venerdì 25 marzo 2016

BIG MATCH INTERNAZIONALI: PAREGGIO 1-1 TRA ITALIA E SPAGNA, VITTORIA DELL'ARGENTINA IN CILE, STASERA BRASILE-URUGUAY


25 Marzo 2016- Udine



"Sogno o son desto?" Ecco la domanda del tifoso italiano, dopo la bella prova della Nazionale di Conte contro la Spagna ieri alla Dacia Arena di Udine. Un'Italia spumeggiante, ben messa in campo e aggressiva, che mette paura ad una Spagna impaurita e senza idee. Un 3-4-3 efficiente quello degli Azzurri, con Candreva, Pellé ed Eder a costruire numerosi occasioni nel primo tempo. La Roja, orfana di Iniesta, Busquets e Diego Costa, non fa molto e deve solo ringraziare Morata.
Il secondo tempo inizia con la Spagna che alza il baricentro, favorendo i contropiedi azzurri, che vanno in porto al 68': Giaccherini per Bernardeschi al limite dell'area, palla in mezzo per Insigne che in scivolata sigla l'1-0. Due minuti dopo, arriva subito la risposta spagnola: gol di Aduriz, propriziato da fuorigioco di Morata. L'Italia non si arrende, e ci prova ancora con Zaza, senza riuscirci. Il pareggio va stretto, la vittoria era meritata, i segnali di una buona squadra, in vista di Euro 2016, ci sono.

Marco Ghilotti




25 Marzo 2016- Santiago del Cile






La vendetta è servita. L'Argentina, nove mesi dopo, si prende la rivincita sul Cile dopo la sconfitta nell'ultima Copa America. Una vittoria sofferta, in rimonta, per 2-1, che permette all'Albiceleste di raggiungere il 4º posto nel girone di qualificazione a Russia 2018.
Apre le marcature la squadra padrona di casa, grazie al colpo di testa di Gutierrez all'11'. Rispondono subito gli ospiti, sei minuti più tardi con il super goal targato Di Maria, mentre per il sorpasso si deve attendere il 25º, con il gol firmato da Mercado su calcio d'angolo.
Stasera, all'1:25, su SkySupercalcio, canale 206, l'altra supersfida, Brasile-Uruguay a Recife, tra le superstar del Barcellona Neymar e Suarez.

Marco Ghilotti







giovedì 24 marzo 2016

14 NEVER DIES: MUORE, ALL'ETÀ DI 68 ANNI, MALATO DI TUMORE, JOHANN CRUIJFF, IL FUORICLASSE OLANDESE


24 Marzo 2016- Barcellona





Quando si nomina il 14 più famoso del calcio, il nome che si pensa è ovviamente Johann Cruijff. "Il profeta del gol", il maggior esponente del calcio totale, del bel calcio, si è spento oggi a Barcellona a 68 anni, dopo una lunga battaglia contro il tumore.
Trovare il giocatore europeo più forte di sempre, a detta di molti, nel figlio di una lavandaia può sembrare strano, ma nel calcio niente lo è.
Raggiunge l'apice nel 74', proprio quando Pelé lascia il calcio: un passaggio del testimone da fenomeno a fenomeno. Elegante, anzi elegantissimo, ma allo stesso tempo potentissimo e velocissimo, capace di lasciare sul posto chiunque. Prototipo del calcio moderno, nato con caratteristiche che anticipavano il calcio di trent'anni. Erano gli anni '70, lui giocava nel terzo millennio. Centravanti certo, ma anche fantasista, centrocampista e difensore quando doveva: un giocatore totale, simbolo di una generazione.
Da calciatore ha vinto di tutto: 9 Eredevisie, 6 Coppe d'Olanda, una Liga, una Copa del Rey, oltre a 3 Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, oltre a ben 3 Palloni d'Oro. Il rimpianto di aver perso sul più bello la finale mondiale del 1974, colpa di Gerd Müller e dell'arbitraggio. Un rivoluzionario per aver utilizzato il numero 14 quando la numerazione dei calciatori era dall'uno all'undici. Uno dei primi ad aver accettato gli Stati Uniti a fine carriera, giocando per i LA Aztecs e per i Washington Diplomats.
Nell'86' ha iniziato la carriera da allenatore e anche lì è stato un successo: 1 Coppa d'Olanda, 1 Coppa di Spagna, 4 Liga, 4 Supercoppe Spagnole, a cui si aggiungono una Coppa Campioni, 2 Coppe delle Coppe e una Supercoppa Uefa.
Il Barcellona odierno è nato con lui, lui che ha consegnato alla storia una nuova filosofia di calcio.
La morte mette fine alla sua vita terrena, ma non alla sua leggenda, un campionissimo di tutti i tempi.
Di lui, del suo Ajax e della sua Olanda, del calcio totale, se ne parlerà per sempre. E Johann avrà sempre il posto d'onore.

Marco Ghilotti

giovedì 17 marzo 2016

BAYERN MONACO-JUVENTUS: IL CALCIO IN SEI GOAL


17 Marzo- Monaco





Farsi riprendere sul più bello, Juventus docet. É una serata di rimpianti e urli di gioia quella dell'Allianz Arena, una notte in cui tutti i tifosi provano sulla loro pelle le sensazioni che il calcio trasmette. Una Juve che non ha paura, che mette sotto la squadra di un certo maestro di calcio di nome Guardiola senza farsi intimidire, ma che dal 70' in poi muore psicologicamente buttando all'aria tutto ciò che aveva prodotto di buono. Morata si riconferma uomo di coppa, inventandosi con una prodezza l'azione del secondo gol,  mentre Thiago Alcantara e Coman panchinari di lusso. Sia i tedeschi che i bianconeri si dispongono in campo con un 4-3-3 guidato rispettivamente da Douglas Costa, Ribery, Lewandowksi e  Cuadrado, Alex Sandro, Morata.
Il match comincia con i ragazzi di Allegri che pressano molto e mandano in confusione la retroguardia bavarese: al 5' scatta la scintilla grazie all'errore grossolano di Alaba che su lancio di Khedira per Lichsteiner, rinvia corto, regalando a Pogba l'1-0. Dopo il gol la reazione del Bayern tarda ad arrivare e quindi la Juve decide di affondare il secondo colpo: Alaba perde palla ai sedici metri, Morata la prende, fa 30 metri palla al piede, salta Kimmich con un tunnel, la passa poi a Cuadrado che sigla il 2-0, ammutolendo l'Allianz. Müller cerca di guidare la squadra al 2-1 prima del 45', ma il suo tentativo è parato da Buffon.
Il secondo tempo si apre con ancora la Juve protagonista prima con Cuadrado, il cui tiro viene respinto in modo incredibile da Neuer, e poi ancora con Morata, che tira di poco alto.
Il Bayern è spento, ma il suo allenatore no: Guardiola azzecca i cambi, mettendo Bernat al posto di Benatia e Coman al posto di Xabi Alonso. Al 73' arriva il primo squillo tedesco: cross di Costa e Lewandowski, che non è uno da lasciar libero in area, dà un filo di speranza alla sua squadra.
I venti minuti successivi sono da incubo per i bianconeri: prima Douglas Costa e poi Lewandowski sfiorano il pari, che inevitabilmente arriva proprio a tempo ormai scaduto, grazie al colpo di testa di Müller. Nei supplementari, la mente dei giocatori juventini non è più lucida, e il Bayern ne approfitta, andando a segno tra il 108' e il 112' con Thiago Alcantara e Coman. La Juventus non smette di crederci ma Bonucci, Mandzukic e Sturaro non sono abbastanza bravi a concretizzare le palle goal. Solo rimpianti, qualche lamentela, ma niente di più. Questi rimpianti però pesano.

Marco Ghilotti

giovedì 10 marzo 2016

IBRAHIMOVIC E DI MARIA ONNIPOTENTI: IL PSG VINCE A LONDRA 2-1 E VOLA AI QUARTI


10 Marzo 2016- Londra

Quando si dice a qualcuno che sembra Dio sceso in terra, questo qualcuno sente di possedere un'aura di onnipotenza. Parlando di calcio, Ibrahimovic si è paragonato più volte a Dio, mostrando al mondo intero la sua modestia.
"Occasio furem facit", dicevano i latini, "l'occasione fa l'uomo ladro", e possiamo dire che sia Ibra che Àngel Di Maria l'hanno presa alla lettera, visto che con una partita eccezionale, hanno permesso al Psg di approdare ai quarti, rubando appunto la scena a Diego Costa. L'andata era finita 2-1 per i parigini che anche questa volta, per non scomodarsi, hanno voluto vincere con lo stesso risultato.
Le formazioni sono le stesse del primo match, tranne che al posto di Terry gioca Kenedy da esterno basso. I primi minuti di gioco non sono particolarmente interessanti, perché le due squadre si studiano a vicenda. Al 16' il Psg compie il primo affondo: scambio al limite dell'area, palla larga a Ibrahimovic che entra in area e serve Rabiot, che appostato sul secondo palo non sbaglia. Il Chelsea potrebbe demoralizzarsi ma non lo fa. Al 27', Motta sbaglia un passaggio ai 30 metri, Willian la da a Diego Costa che salta Thiago Silva con una finta e scaraventa in porta l'1-1. Per i restanti 20 minuti la partita non vede altri episodi da segnalare. Al minuto 60 del secondo tempo la partita cambia visto che Diego Costa esce dal campo per un dolore muscolare, sostituito da Traorè, non ancora adatto a certi tipi di palcoscenici. L'assenza del bomber spagnolo si fa sentire e allora i francesi ne approfittano per mettere in cassaforte la qualificazione al 67': uno-due di Motta con Di Maria, cross dell'argentino e zampata di Ibra, al 50º gol in competizioni europee. Per il resto dei minuti il Chelsea cerca di combinare ancora qualcosa, ma il Psg non fa sconti.
"Trop Fort" è il titolo odierno dell'Equipe, e per una volta ai francesi dobbiamo dar ragione.

Marco Ghilotti





martedì 8 marzo 2016

AUGURI NEYMAR: DA 7 ANNI TRA I PROFESSIONISTI


8 Marzo 2016- Santos

Quando fin da giovanissimo ti paragonano a Pelé, quando giochi dall'età di 11 anni nella squadra di O'Rei, ci sono due conseguenze: o lasci che il mondo ti cada addosso, o il mondo lo conquisti. Come sappiamo il ragazzo ha preso la seconda strada, da sette anni a questa parte.
A 17 anni viene ingaggiato in prima squadra e, otto giorni dopo il suo esordio, sigla il suo primo gol contro il Mogi Mirim e da lì non lo ferma più nessuno.
L'anno seguente vince il Campionato Paulista e la Coppa del Brasile, con all'attivo 42 gol. Il 2011 è l'anno della consacrazione con la vittoria della Copa Libertadores, la nomina a giocatore sudamericano dell'anno, e l'incrocio con Messi nella finale del Mondiale per Club, quando i due si sono probabilmente "organizzati" per trovarsi a giocare insieme due anni dopo.
Nel 2014 appunto Neymar decide di accettare l'invito al party dell'amico argentino e raggiunge un Barça che fatica in campo europeo. Con 15 gol il primo anno fa capire di che pasta è fatto, e l'anno dopo decide assieme ai suoi due compari, che è ora di prendersi le luci della ribalta: "quintuplete" condito da 39 gol in 51 partite.
In nazionale, O'Ney è tutto il contrario di Pelé visto che ad ora non ha vinto quasi niente, tranne la Confederations Cup nel 2013. In quanto ha record è strabiliante visto che a 23 anni è il quinto marcatore della storia con 42 gol a solo 35 gol da O'Rei.
L'età gli giova, i record sono così vicini, tutto sembra andargli bene, tutti lo adorano.
L'identikit del fuoriclasse pare sia questo.

Marco Ghilotti


mercoledì 2 marzo 2016

GINEVRA E IL LUSSO VANNO "A BRACCETTO": TUTTE LE SUPERCAR PRESENTATE FINORA


1 Marzo 2016- Ginevra

Ginevra e il lusso vanno a braccetto, ma questo già si sa da tempo, visto che la città svizzera ospita annualmente il salone dell'auto, il più prestigioso tra tutti. E ogni anno è l'occasione per le case automobilistiche d'élite di mostrare i loro prodotti di punta. Bene, quest'anno nessuna si è risparmiata.
Andando in ordine d'importanza, vi parlerò di Porsche, Aston Martin, Koenigsegg, Bugatti, Lamborghini e Ferrari.
Quest'anno la Porsche ha presentato il nuovo modello della 911, denominato 911R, oltre a tre versioni della 718 Boxster.
La 991R, che arriverà a maggio, monta un sei cilindri da 500 CV, con una velocità massima di 323 km/h. 3.8 invece i secondi per accelerare da 0-100 km/h. Il suo costo si aggira attorno a 140.000 euro.
Passiamo ora a parlare della nuova 007 per eccellenza: la Aston Martin DB11. La prima auto della gestione Bonomi, monta un V12 biturbo da 608 CV, che permette alla supercar anglo-tedesca di raggiungere i 100 km/h in 3.9 secondi, per una velocità massima di 322 km/h. Per chi fosse interessato, dovrà sborsare 204.500 euro.
La Svezia è conosciuta principalmente per Ibrahimovic, ma ora anche per la casa Koenigsegg, produttrice di hypercar. La nuova vettura presentata, la Regera (in svedese significa regnare), è sbalorditiva: V8 biturbo sostenuto da tre motori elettrici, 1500 CV, 0-100 km/h in 2.8 secondi, velocità massima di 420 km/h, 2 milioni di euro per accaparrarsela. Prezzo scontato per un auto prodotta in 80 esemplari.
Arriviamo alla regina dell'alta velocità: la Bugatti, l'unica auto prodotta interamente senza l'ausilio di macchinari. Per questo salone non si sono risparmiati, presentando la Bugatti Chiron. Numeri alla mano, supera la Koenigsegg: 1500 CV, 0-100 in 2.5 secondi, velocità massima di 420 km/h, costo di 2.4 milioni, 500 esemplari.
Arriviamo finalmente all'eccellenza italiana, Lamborghini e Ferrari.
La casa di Sant'Agata Bolognese ha voluto celebrare i 100 anni dalla nascita di Ferruccio Lamborghini con una nuova supercar, la Lamborghini Centenario. L'auto è impressionante: il V12 aspirato raggiunge i 770 CV, portando l'auto a arrivare a 100 km/h in 2.8 secondi, facendole raggiungere una velocità di punta di 350 km/h, che combinata con l'alettone posteriore attivo, è uno spettacolo per gli occhi. All'interno dell'auto, oltre ai sedili in fibra di carbonio, implementa un display touch da 10.1 pollici, che permette al guidatore di gestire l'infotainment e navigare in Internet e utilizzare le app presenti tramite AppleCarPlay. I 40 esemplari, venduti al costo di 1.9 milioni, sono stati prodotti 20 Coupé e 20 Roadster.
Arriviamo infine a Maranello, dove la Ferrai ha prodotto il suo nuovo modello, la GTC4Lusso. La nuova auto, a quattro posti, categoria Gran Turismo, presenta un V12, che le permette di raggiungere i 100 km/h in 3.4 secondi, anche grazie ai suoi 690 CV di potenza. Anch'essa presenta, come la Lamborghini un display, da 10.25 pollici, con navigatore satellitare. Velocità massima di 335 km/h e costo di 270.000 euro.
É ora di tirare fuori il portafogli dalle tasche, direi.

Marco Ghilotti