giovedì 24 marzo 2016

14 NEVER DIES: MUORE, ALL'ETÀ DI 68 ANNI, MALATO DI TUMORE, JOHANN CRUIJFF, IL FUORICLASSE OLANDESE


24 Marzo 2016- Barcellona





Quando si nomina il 14 più famoso del calcio, il nome che si pensa è ovviamente Johann Cruijff. "Il profeta del gol", il maggior esponente del calcio totale, del bel calcio, si è spento oggi a Barcellona a 68 anni, dopo una lunga battaglia contro il tumore.
Trovare il giocatore europeo più forte di sempre, a detta di molti, nel figlio di una lavandaia può sembrare strano, ma nel calcio niente lo è.
Raggiunge l'apice nel 74', proprio quando Pelé lascia il calcio: un passaggio del testimone da fenomeno a fenomeno. Elegante, anzi elegantissimo, ma allo stesso tempo potentissimo e velocissimo, capace di lasciare sul posto chiunque. Prototipo del calcio moderno, nato con caratteristiche che anticipavano il calcio di trent'anni. Erano gli anni '70, lui giocava nel terzo millennio. Centravanti certo, ma anche fantasista, centrocampista e difensore quando doveva: un giocatore totale, simbolo di una generazione.
Da calciatore ha vinto di tutto: 9 Eredevisie, 6 Coppe d'Olanda, una Liga, una Copa del Rey, oltre a 3 Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, oltre a ben 3 Palloni d'Oro. Il rimpianto di aver perso sul più bello la finale mondiale del 1974, colpa di Gerd Müller e dell'arbitraggio. Un rivoluzionario per aver utilizzato il numero 14 quando la numerazione dei calciatori era dall'uno all'undici. Uno dei primi ad aver accettato gli Stati Uniti a fine carriera, giocando per i LA Aztecs e per i Washington Diplomats.
Nell'86' ha iniziato la carriera da allenatore e anche lì è stato un successo: 1 Coppa d'Olanda, 1 Coppa di Spagna, 4 Liga, 4 Supercoppe Spagnole, a cui si aggiungono una Coppa Campioni, 2 Coppe delle Coppe e una Supercoppa Uefa.
Il Barcellona odierno è nato con lui, lui che ha consegnato alla storia una nuova filosofia di calcio.
La morte mette fine alla sua vita terrena, ma non alla sua leggenda, un campionissimo di tutti i tempi.
Di lui, del suo Ajax e della sua Olanda, del calcio totale, se ne parlerà per sempre. E Johann avrà sempre il posto d'onore.

Marco Ghilotti

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