La sconfitta di ieri contro la Sampdoria per 2-0 ha evidenziato due situazioni che Montella pare ancora non aver capito: giocare con Zapata titolare e continuare a cambiare giocatori ogni partita.
Nel calcio, come nella guerra, puoi essere sconfitto in due maniere diverse: o perdi con onore combattendo coraggiosamente oppure subisci una disfatta totale, per intenderci Caporetto.
Eccezion fatta per questo esempio, el fútbol e le battaglie hanno tra di loro davvero poco in comune, in primis perché quando giochi a calcio non vai incontro alla morte, e in secondo luogo perché i soldati che combattono sulle montagne dell'Afghanistan non ricevono in cambio qualche milione di euro.
Il calcio, come sostiene Max Allegri (uno che si intende dell'argomento), é un'arte e per questo motivo non può e non deve essere né meccanizzato, tramite eccessive statistiche, né brutalizzato, dipingendo i match come delle faide. É quello che probabilmente non ha ancora compreso Mihajlovic, che ogni anno commette sempre lo stesso errore di caricare troppo la squadra, con il risultato che quasi ogni derby termina la partita in dieci uomini (Baselli docet).
Ma questo articolo, come avete inteso già dal titolo, non parla del Torino bensì di Montella, ed é ciò di cui disquisiremo nelle prossime righe. L'allenatore campano ieri é stato infatti vittima di una vera e propria débâcle a Marassi contro la Sampdoria, dove ha subito un secco 2-0. Fassone e lo stesso Montella hanno detto che l'atteggiamento visto a Genova non é da Milan, ma ciò che nessuno ha osato chiedere é: perché Zapata ha giocato titolare? Ma soprattutto, perché la squadra scesa in campo contro la Samp era ancora diversa dall'ultima giornata?
Il mistero di Zapata titolare
Grandi gioie alle proprie tifoserie Cristian Zapata, classe 1986 nativo di Padilla (Colombia), non ne ha mai regalate, in primis perché é un difensore e non ha un particolare feeling con il gol ed in secondo luogo perché ha giocato più match negativi che positivi. Anche lui però ha qualcosa di cui vantarsi, perché é grazie al suo gol di stinco al 97' che il Milan ha pareggiato il primo derby cinese e ha raggiunto l'accesso all'Europa League. Il grande problema del difensore colombiano é senza il minimo dubbio la continuità, la capacità di inanellare prestazioni positive una di seguito all'altra. Sembra non essere predisposto a ciò, perché a un match giocato senza sbavature segue sempre una partita da mani nei capelli.
Il punto però di questo paragrafo é in realtà un mistero, ed é il mistero su cui molti tifosi milanisti ancora si stanno interrogando. Perché in un match così ostico Montella ha voluto cambiare all'ultimo idea e scegliere Zapata al posto di Mateo Musacchio, dato titolare fino al sabato? Con tutto il rispetto per Zapata, ma il difensore ex Villareal é una spanna sopra per quanto concerne la qualità. É più solido, tecnicamente più forte, riesce a star concentrato lungo tutto l'arco del match, ed inoltre é stato pagato 18 milioni per farne uno dei perni della difesa. Invece no, Vincenzo Montella, pur sapendo che la retroguardia titolare conta anche sull'argentino, ha deciso di far giocare il colombiano, ed il risultato si é visto in maniera netta. Un errore più che grave, una molle respinta di testa in mezzo alla sua area, e uno scivolone sono state le due condizioni che hanno portato ai due gol della Sampdoria firmati Duvan Zapata e Ricky Alvarez. Due errori che in Serie A non sono accettabili, men che meno ammissibili da parte di un giocatore che indossa la maglia di un club importante come il Milan.
Visto il risultato poco felice ottenuto con Zapata speriamo che, per il suo bene, Montella si decida contro la Roma a schierare quella che in origine doveva essere la difesa titolare ed inamovibile, composta dal trio Bonucci-Romagnoli-Musacchio. Quella che in estate era stata indicata dai principali quotidiani come un pezzo importante del nuovo Milan. Poi Montella ha voluto cambiare idea e ne ha pagato le conseguenze.
Chi sono i titolari? Tra André Silva, Calhanoglu, Bonaventura e Suso
Le altre importanti questioni che l'allenatore campano deve risolvere riguardano i cambi di modulo e i titolari. Ogni allenatore, come ben si sa, nel calcio ha le sue idee, le sue teorie e di conseguenza i suoi schemi. Sarri predilige il 4-3-3, Allegri il 4-2-3-1, Gasperini il 3-5-2. Sappiamo già che il modulo congeniale a Montella é il 4-3-3 ma quest'anno con l'arrivo di Bonucci si sapeva già che avrebbe virato su un più consono 3-5-2, data l'abitudine del difensore ex Juve a giocare con questo schema. Prima però di arrivare a scegliere definitivamente la difesa a 3, l'ex tecnico del Catania ha giocato per tutti i preliminari, e anche nelle prime tre di campionato, con il 4-3-3, un modulo non del tutto adatto al nuovo Milan. Non consono perché sia Rodriguez che Conti non sono abituati a fare tutta la fascia, perché Bonucci ha le sue difficoltà ben note con lo schieramento a quattro. A questo punto c'é da chiedersi, "perché non ha subito imposto la difesa a tre, che era ed é la più adatta a questo gruppo? Perché prima di arrivarci i tifosi hanno dovuto attendere la metà di settembre? Se avesse fin da subito giocato con il 3-5-2, o al massimo con il 3-4-3, ora i giocatori avrebbero molta più fiducia e conoscenza dei movimenti da fare e la squadra girerebbe probabilmente (e sottolineo probabilmente) meglio.
L'altro dilemma irrisolto riguarda i titolari, perché all'alba del 25 settembre, Montella pare non sapere ancora chi schierare la domenica e chi il giovedì. Tolta la difesa, che a parte il caso Zapata quella é, il resto della formazione é sempre tra coloro che stan sospesi. A partire dal centrocampo, dove c'é il continuo dubbio su chi mandare in campo tra Bonaventura e Calhanoglu. La scelta é semplice: parte titolare chi é più in forma al momento, nient'altro. Ed in questo momento il migliore é il turco, che lo ha ampiamente dimostrato sia in Europa League, sia in campionato. Ma il tecnico rossonero, per non so quale motivo, sembra riluttante all'idea di togliere Bonaventura dai titolari, nonostante l'ex Atalanta non sia realmente in forma. Passiamo quindi all'attacco dove la questione si fa ancora più complicata, perché a giocarsi un posto ci sono tre calciatori, vale a dire Suso, André Silva e Cutrone. L'idea di base é che non puoi pagare un giocatore 38 milioni per farlo giocare il giovedì una volta ogni due settimane. Se paghi una cifra così e se lo chiedi con insistenza, e soprattutto se quest'ultimo é in forma smagliante, non é possibile lasciarlo a poltrire in panchina come una qualsiasi seconda linea. É meglio piuttosto far giocare nei gironi europei Cutrone, che accumulando minuti accumula esperienza essendo giovane, e lasciare a Silva la chance in campionato. C'é poi Suso, che come Bonaventura non vive un gran momento, dato in particolare dal ruolo che si trova a fare. Per caratteristiche di gioco infatti, lo spagnolo predilige la fascia destra, così da poter rientrare sul sinistro per calciare o crossare. I risultati li ha fatti vedere lo scorso anno, con la felicità dei tifosi rossoneri che hanno potuto ammirare Suso in tutto il suo potenziale. Quest'anno invece il cambio di modulo ha portato Montella a schierarlo da seconda punta dietro a Kalinic, e peggio di così non si poteva fare. Lo spagnolo, soprattutto con la Samp, ha vagato per il campo, in cerca di una posizione stabile in cui stare, finendo più e più volte per pestare i piedi a Bonaventura, spaesato anche lui. Sarebbe meglio, per il bene di entrambi, che il tecnico rossonero concedesse loro un attimo di riposo, per adattarsi e riprendere al massimo.
Oltre che il bene dei giocatori farebbe anche bene al Milan e probabilmente alla sua classifica. Qualcosa che non dispiacerebbe né alla dirigenza né ai tifosi.

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