Stasera il via della competizioni per club più importante del mondo. L'analisi gruppo per gruppo, per capire chi festeggerà sotto il cielo di Kiev
Le nozze d'argento, in ambito matrimoniale, certificano che la relazione tra moglie e marito é ormai consolidata. Passato il fatidico momento del matrimonio, tra lacrime, riso e festeggiamenti, la luna di miele e probabilmente il primo anno, gli sposi iniziano a capire che sono fatti l'uno per l'altro e che al 99% dei casi passeranno il resto della loro vita insieme.
Finita questa parentesi matrimoniale introduttiva, é importante ricordare a tutti i tifosi di calcio che quest'anno ricorrono i 25 anni dalla nascita della Uefa Champions League e non possiamo che non essere felici. La creazione della competizione per club più importante al mondo ha avuto un'importanza cruciale nel quadro calcistico continentale, perché ha segnato il definitivo passaggio tra il mondo antico e il mondo moderno, non diversamente da quanto ha fatto il Rinascimento nella Storia dell'uomo.
Con la nascita della "Lega dei Campioni", il calcio europeo ha definitivamente abbandonato l'ormai obsoleta vecchia formula, che prevedeva l'accesso al torneo solo in caso di vittoria del campionato, per accogliere a braccia aperta quella nuova, che apriva le porte a tutte quelle big d'Europa come Barcellona, Arsenal e Inter, che il più delle volte avevano dovuto disputare la Coppa Uefa a causa della mancata vittoria in campionato. La Champions League inoltre rappresentava l'approdo alla democrazia calcistica, al traguardo che in molti avevano sperato, vale a dire il fatto di garantire anche alle federazioni più piccole e meno importanti il diritto di entrare a far parte delle migliori 32 d'Europa. Ora dal 1992 a oggi parecchie cose sono cambiate, i gironi da trentadue squadre e non più da otto, la finale si svolge il sabato e non il mercoledì, ma nonostante ciò, la competizione per club voluta dalla UEFA ha ancora un fascino irresistibile. Saranno gli stadi esauriti, i canti dei tifosi, la presenza di campioni di altissimo livello guidati da grandi allenatori: insomma, quando c'é la Champions, tutto il resto passa in secondo piano.
E così, ridendo e scherzando, l'inizio della "Liga de Campeones" si sta avvicinando man mano sempre di più, e ormai all'avvio manca pochissimo. Per prepararci al meglio, ecco qui l'analisi gruppo per gruppo e i pronostici per ogni girone. Tutti dettagli per capire chi il 26 maggio alzerà la coppa "dalle grandi orecchie" nel cielo di Kiev.
GRUPPO A (MANCHESTER UNITED, BENFICA, BASILEA, CSKA) *
Quando questo gruppo é stato sorteggiato, molti tifosi hanno gridato rumorosamente allo scandalo, parlando di girone facilitato, di assenza di competitività, ecc. A vedere i club sulla carta, non possiamo che non dar loro ragione, perché tra lo United e le altre sembra apparentemente esserci un vero e proprio abisso. La distanza appare così netta poiché a livello di organico é impossibile che i vari Jonas, Van Wolfswinkel e Samuel possano minimamente competere con un attaccante dallo spessore internazionale qual é Romelu Lukaku. Il centravanti belga é la stella del mercato estivo del club di José Mourinho, che assieme a lui ha portato ad Old Trafford calciatori del calibro di Lindelof e Matic, ai quali si aggiunge il ritorno di Ibrahimovich, pronto a comporre un duo d'attacco fantastico assieme all'ex Everton. Per il resto, i giocatori non sono cambiati: c'é De Gea in porta, Darmian in difesa, Pogba a centrocampo, Mkhitaryan e Martial in attacco. É rimasto come ci si aspettava anche José Mourinho, da cui i tifosi dello United si aspettano quel salto di qualità che potrebbe portare nuovi titoli in bacheca, nonostante il gioco non sia proprio tra i più esaltanti.
Rimangono poi le altre tre, Benfica, Basilea e Cska. Partiamo dai portoghesi dicendo che nonostante la vittoria del 36º titolo nazionale ai danni del Porto, l'unico acuto del mercato, se così si può chiamare, é stato l'arrivo in prestito dall'Inter di Gabigol che approda a Lisbona in cerca di riscatto dopo una stagione più che deludente. Il resto dei "pezzi grossi" é rimasto, a cominciare dal bomber Jonas, proseguendo con i veterani Julio Cesar e Luisão e terminando con Eliseu e El Toto Pizzi, centrocampista classe 1990. C'é poi l'allenatore, Rui Vitoria, che siede da due anni sulla panchina dei Rossi di Lisbona, e che anche quest'anno tenterà di raggiungere la fase ad eliminazione diretta.
Chiudono il girone Basilea e Cska, che hanno storie europee simili. La squadra svizzera vanta una semifinale di Europa League e il privilegio di aver eliminato proprio lo United, all'epoca allenato da Ferguson, dalla Champions League nella stagione 2012-13. Quest'anno le speranze sono riposte nel giovane difensore Balanta, seguito a lungo dalla Fiorentina, nel nazionale albanese Taulant Xhaka (fratello di Granit, che gioca nell'Arsenal) e nel bomber Van Wolfswinkel, appena arrivato dal Vitesse.
Per quanto riguarda la squadra storicamente appartenuta alle Armate Rosse, é importante ricordare che in Europa non ha mai raggiunto grandi traguardi, se non i quarti di finale di Europa League nel 2009. La squadra rispetto agli scorsi anni non é cambiata un granché, e per questo motivo i tifosi rossoblu si affidano alla tecnica di Alan Dzagoev, all'esperienza di Akinfeev e alla solidità difensiva dei fratelli Berezuckij. Seduto in panchina, Viktar Hancarenka, passato alla storia per aver portato il Bate Borisov in Champions League, diventando così il più giovane allenatore a esordire nella massima competizione europea.
GRUPPO B (PARIS SAINT-GERMAIN, BAYERN MONACO, CELTIC, ANDERLECHT)
Parto con il dire che questo girone, assieme al girone D e al gruppo G, é il più equilibrato dell'annata 2017-18. Puro, purissimo equilibrio sia per il primo posto sia per il terzo posto, che concede l'accesso all'Europa League.
Iniziamo le presentazioni dal Psg, che sulla carta é la squadra favorita per la vittoria del girone. Questo favore dei pronostici non può che non essere dato dalla campagna monstre messa in atto quest'estate dal numero 1 del Qatar, Nasser Al Khelaifi, che sborsando ben 402 milioni si é accaparrato Neymar e Mbappé, non proprio due che vengono dal nulla. L'arrivo del brasiliano ha creato un notevole scalpore, soprattutto per l'enorme cifra spesa, ma l'acquisto dell'enfant prodige francese ha fatto saltare i nervi a molta gente, infuriata perché i parigini hanno aggirato il Fpf prendendo Mbappé in prestito con obbligo di riscatto. In questo modo l'arrivo di Mbappé non rientra a bilancio quest'anno ma l'anno prossimo, e così facendo il Psg pensa di riuscire a rimanere all'interno dei paletti imposti dalla UEFA. Con l'arrivo di due star di questo calibro, gente come Lucas e Di Maria, per non dimenticare Draxler, finisce in panchina, ma nonostante ciò, questa situazione può avvantaggiare Emery, in quanto il coach spagnolo avrà a disposizione riserve in grado di spaccare il match in qualsiasi momento. Tra l'entusiasmo generale qualcuno si é forse scordato di Cavani, ma il Matador ha subito fatto vedere la sua presenza segnando 5 gol in 5 match ufficiali, un discreto biglietto da visita per le squadre avversarie. Per il resto la squadra non cambia molto: a centrocampo, partito Matuidi, le chiavi sono state affidate al genio di Verratti, mentre la difesa ha aggiunto, oltre ai soliti Thiago Silva, Marquinhos e Kurzawa, anche l'esperienza e il savoir-faire calcistico di Dani Alves, che in fatto di titoli ne sa parecchio. In porta é stato promosso Aréola, considerato da Emery capace di reggere la pressione da Champions. Di pressione ne sa qualcosa proprio il tecnico spagnolo, che lo scorso anno ha deluso molti, sembrando incapace di gestire lo spogliatoio di una squadra che punta ogni anno al bottino più importante. Quest'anno con una squadra che ha il dovere di vincere, non potrà più sbagliare.
Passiamo quindi al Bayern, condotto anche quest'anno da Carlo Ancelotti. Quando Ancelotti é stato preso dai tedeschi, l'estate scorsa, ciò che i dirigenti gli avevano chiesto era di riuscire dove Guardiola aveva fallito, vale a dire di vincere in Champions. Un anno dopo e un'eliminazione ai quarti più tardi, la situazione é cambiata del tutto. Müller, nato e cresciuto nel Bayern, si lamenta dei pochi minuti giocati, la stampa se la prende per il gioco poco spettacolare, i tifosi per la mancata vittoria in Europa. A quest'ultimi é importante ricordare che prima che Kassai, durante i quarti Real-Bayern, diventasse completamente pazzo convalidando due gol in fuorigioco dei Blancos, il club tedesco era in semifinale di Champions. Nonostante tutto ciò però, i bavaresi restano senza ombra di dubbio una corazzata devastante, con una rosa di giocatori di altissimo livello. Partendo dall'attacco, con il trio Robben-Ribery-Lewandowski, passando per il centrocampo formato da James Rodruguez, Thiago, Vidal e Tolisso, concludendo con la difesa, composta da Kimmich, Süle, Rudy, Hummels, Alaba e Neuer, senza dimenticare un fenomeno come Boateng, attualmente indisponibile. Questa é la rosa che si trova tra le mani Carletto, e siamo sicuri che con la sua solita pacatezza, riuscirà a portare i risultati che tanto sperano i tifosi.
Il terzo posto se lo giocano Celtic e Anderlecht. La squadra scozzese, dall'importante tradizione europea, si presenta quest'anno con i soliti volti noti. Il leggendario capitano Scott Brown, il difensore costaricense Gamboa, e il duo d'attacco Roberts-Dembelé, promettono di regalare emozioni al pubblico del Celtic Park.
Passiamo infine all'Anderlecht, la squadra belga con i tifosi più esigenti. Onestamente quest'anno non si possono aspettare molto in Europa, perché il girone é troppo complicato e perché la squadra non é attrezzata. Detto ciò, le speranze dei supporter sono riposte nei centrocampisti Stanciu e Bruno, mentre Onyekuru sarà l'incaricato di buttare il pallone in porta nella maggior parte delle situazioni.
GRUPPO C (CHELSEA, ATLETICO MADRID, ROMA, QARABAG)
A guardarlo così, il pronostico appare fin troppo banale. Chelsea e Atletico che lottano per la prima posizione, Roma condannata all'Europa League, Qarabag cenerentola del girone, ed in effetti ora come ora la previsione pare proprio azzeccata. Il Chelsea, nonostante un'estate tormentata a causa del mercato e dei risultati di inizio stagione, si é ripreso vincendo le ultime tre di campionato, una di cui contro il Tottenham. Conte, inizialmente stressato, inizia ad essere soddisfatto del gruppo, e la squadra inizia a girare. L'impatto di Morata é stato fantastico (3 gol in 4 partite), l'acquisto di Rüdiger garantisce solidità, e il resto della squadra ha iniziato a carburare. A partire da Courtois e Kanté, che nonostante un'estate sottotono stanno ritornando prepotentemente. Hazard é appena rientrato, ma già contro il Leicester ha fatto intravedere sprazzi di grande classe. Willian si sta riconfermando ad alti livelli e il fatto di essere titolare sicuramente lo aiuta. Gli arrivi di Drinkwater e Zappacosta negli ultimi giorni di mercato daranno quella spinta in più che serve alla squadra quando ci sono in calendario più match ravvicinati. Conte inizia ad essere soddisfatto della sua squadra, dopo aver passato un'intera estate a lamentarsi del mercato sostanzialmente inesistente e delle partenze troppo affrettati di calciatori utili per il turnover, ed il risultato si vede eccome. Abramovich dovrebbe esserne contento.
Passiamo quindi all'Atletico, e partiamo con il dire che il rinnovo di Simeone é la cosa più importante dell'estate assieme alla permanenza del "Petit Diable" Antoine Griezmann. Il mercato non é stato fatto, non tanto per mancanza di soldi o per altro, ma perché la FIFA aveva imposto un blocco ai Colchoneros. La rosa è quindi rimasta la stessa, con la solita e solida coppia di centrali Godin-Gimenez, con i soliti Gabi, Saul e Koke a garantire sotanza e qualità, con i soliti Torres e Griezmann a finalizzare. Anche il Cholo ha deciso di risposare il progetto, attaccato com'é al popolo rojoblanco. C'é la qualità per fare bene, o magari benissimo. L'orgoglio e la passione ci sono sempre stati.
Ora é invece il turno della Roma, che si presenta a questa Champions non proprio nel migliore dei modi. Vittima del Fpf e della politica economica del vendi-compra di James Pallotta, la squadra della Capitale ha passato un'estate al quanto tribolata. Iniziata con la vendita di Rüdiger, proseguita con gli addii di Salah e Paredes, e conclusasi con l'arrivo di Patrick Shick, la sessione estiva della Roma non é stata grandiosa, e ciò ha deluso parecchi tifosi. Neanche l'acquisto dell'ex Sampdoria, di Kolarov e dell'ex Lione Maxime Gonalons sono riusciti a riavvivare una piazza che dopo l'addio di Totti si sente scoraggiata. I primi risultati, tra cui la netta sconfitta con l'Inter, e l'inesperienza nelle grandi squadre di Eusebio Di Francesco, hanno nettamente ampliato i malumori. Accedere all'Europa che conta sarà più dura quest'anno.
Chiudiamo infine con il Qarabag, considerata la Juventus dell'Azerbaijan per il fatto di aver vinto quattro campionati di fila dal 2014 ad oggi. Il tasso tecnico della rosa non é elevato ma la squadra può contare sulla tecnica dei due centrocampisti spagnoli Michel e Quintana, e sui gol del bosniaco Sehič. L'allenatore, recordman di gol nella nazionale del Paese, é Gurban Gurbanov, che quest'anno tenterà di fare bella figura in un palcoscenico così importante.
GRUPPO D (JUVENTUS, BARCELLONA, SPORTING LISBONA, OLYMPIAKOS)
Come già detto precedentemente questo gruppo é tra più equilibrati di questa stagione europea. Lotta serratissima per il primo posto, battaglia difficile da prevedere per l'accesso all'Europa League. Iniziamo dalla Juve, che delle quattro é la squadra al momento più in forma, dato che dopo la sconfitta di Supercoppa ha saputo solamente vincere. Il mercato é stato di alto livello ma non altisonante, non spettacolare come invece si aspettavano i tifosi bianconeri. I grandi giocatori sono arrivati, a partire da Douglas Costa, passando per Bernardeschi e finendo con Matuidi, ma nessuno di questi ha infiammato la piazza più di quanto aveva fatto Gonzalo Higuain lo scorso anno. Secondo molti tifosi manca il vero top player in difesa, perché dopo l'addio di Bonucci, Allegri si é voluto affidare a ciò che già aveva tra le mani. Come ulteriori rinforzi sono arrivati De Sciglio e Höwedes in difesa e Szczesny come sostituto di Buffon. La sensazione é che però le partenze di Bonucci e Dani Alves abbiano recato un grosso danno alla Juve, sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto dal punto di vista caratteriale. I due ex erano i veri e propri leader assieme a Buffon dello spogliatoio, e il fatto che Dani abbia fatto il discorso pre-partita a Cardiff lo certifica. Allegri é infine atteso da una prova del nove non da poco: riuscirà a portare a Torino la coppa?
Passiamo al Barcellona, e iniziamo col dire che il secondo posto é vittima del mercato. Vittima del mercato perché con i soldi ricevuti dalla cessione di Neymar, Bartomeu e i suoi collaboratori sono stati capaci solamente di strapagare Dembelé e Paulinho, spendendo 190 milioni in totale. É arrivato anche Semedo, ma l'acquisto del terzino portoghese non basta. Con quella montagna di denaro, si potevano raggiungere obiettivi più importanti, come Verratti, a lungo inseguito ma mai preso. Con 222 milioni si poteva rinforzare veramente la squadra, migliorarla, renderla più profonda. Bartomeu ha invece deciso di inimicarsi definitivamente la piazza e così facendo rischia di non essere rieletto o nel peggiore del caso di doversi dimettere. La squadra, cambiato allenatore, non ha realmente cambiato sistema di gioco. Anche con Valverde si predilige il gioco in verticale al posto di quello in orizzontale, con Messi che ormai é uno spirito libero senza più una posizione fissa. Il tecnico ex Bilbao dovrà essere bravo a tirare fuori il meglio da ciascuno dei suoi per evitare che una stagione iniziata male, con la netta sconfitta in Supercoppa, finisca ancora peggio, vale a dire senza titoli.
Rimangono quindi Olympiakos e Sporting Lisbona. Per i greci quarantaquattro volte campioni nazionali si profila un'annata europea difficile ma non impossibile, in cui l'obiettivo é chiaramente l'Europa League. La rosa guidata da Besnik Hasi vede come stelle indiscusse l'attaccante nigeriano Emenike, che dopo aver girato il mondo é arrivato anche in Grecia, e l'ormai ex promessa calcistica tedesca Marko Marin, che in Italia conosciamo per il suo passato alla Fiorentina. I portoghesi si affidano invece alla sostanza di William Carvalho, oltre che chiaramente ai gol del super-bomber Bas Dost, l'anno scorso tra i migliori realizzatori europei. A guidarli Jorge Jesus, passato dall'altra parte della barricata di Lisbona solamente due anni fa.
GRUPPO E (LIVERPOOL, SIVIGLIA, SPARTAK MOSCA, MARIBOR)
Il Liverpool di Klopp non é cambiato molto, ma nonostante ciò fa comunque paura. L'arrivo di Salah e Oxlade-Chamberlain hanno garantito quella profondità e quell'incisività che a volte mancava lo scorso anno. L'attacco é definitivamente classificabile come atomico, la difesa un po' meno. Klopp dovrà lavorare soprattutto su questo se vuole garantire un minimo di futuro ai suoi ragazzi, tra i quali c'é ancora Coutinho. Il brasiliano dopo un tira e molla infinito, e dopo anche le parole di Neymar sul non andare a Barcellona, ha deciso assieme alla società di rimanere, e per questa ragione quest'anno avrà da dimostrare se vale la cifra offerta dai catalani.
Restano le altre tre. Partendo dal Siviglia, dalla squadra dei ritorni, dei rientri a casa di Banega e Nolito, dell'addio di Sampaoli e dell'arrivo di Berizzo. La rosa non é cambiata sostanzialmente di una virgola, se non si considera l'arrivo di Muriel. C'é sempre Rami in difesa, N'Zonzi a centrocampo, Vazquez e Ganso a inventare. E poi c'é quella bolgia di nome Sanchez Pizjuán.
C'é poi lo Spartak Mosca di Carrera, allievo prediletto di Conte, vincitore come lui al primo anno. Quest'anno per dare un minimo di dignità al cammino europeo potrà contare sulla vena realizzativa di Luiz Adriano, sulla qualità di Promes e sulle geometrie di Fernando, oltre che sull'esperienza di Kombarov.
Qualità su cui sicuramente non può puntare Darko Milanic, allenatore degli sloveni del Maribor, che hanno ottenuto l'acceso vincendo il campionato nazionale e qualificandosi tramite playoff. Le reti passeranno sull'asse Ahmedi-Tavares, gli unici due realmente degni di nota in una squadra che non ha come principale caratteristica la qualità.
GRUPPO F (MANCHESTER CITY, NAPOLI, SHAKTHAR, FEYENOORD)
I due maestri del bel calcio assieme, nello stesso girone. Sarri e Guardiola, il City e il Napoli: migliore sorte non poteva capitare. Il City si presenta ai blocchi di partenza dopo una vera e propria campagna difensiva, che ha visto l'arrivo di Ederson, Mendy, Danilo e Walker, tutti giocatori appartenenti al pacchetto difensivo. In avanti, dove l'abbondanza regna sovrana, é giunto Bernardo Silva, giusto per alzare l'asticella. Si riparte dagli schemi ancora più rodati, da De Bruyne, dalla coppia Agüero-Jesus, da capitan Kompany, e perché no, anche da Pep, centro nevralgico e filosofo di ogni sua squadra.
C'é quindi il Napoli di Sarri che quest'anno, sperando nella benevolenza del sorteggio, punta ad andare più in là dei quarti di finale. L'organico é rimasto sostanzialmente lo stesso: c'é ancora Reina, é rimasto e rimarrà a vita Hamsik, sono ancora presenti i tre "piccoletti" Insigne, Callejon e Mertens, mentre si sono aggiunti Ounas, Inglese e Mario Rui. Pur se non lo sembrano, questi ultimi tre sono degli arrivi che hanno una grande importanza, perché danno alla squadra la profondità che tante volte era mancata lo scorso anno e che aveva portato a un momento di flessione nel mese di febbraio. É rimasto chiaramente anche Sarri, lo spettacolare artista che ha creato e forgiato questa squadra, che ha per ora il miglior gioco d'Italia e forse d'Europa. Mancano solo i trofei.
Passiamo quindi allo Shakthar, che come d'abitudine, quest'anno ha riconfermato la squadra dello scorso anno. Rimangono quindi Pyatov, rimane il bomber Facundo Ferreyra, rimane la colona brasiliana, da sempre uno dei punti di forza della squadra. Marlos, Fred e Taison, i tre giocolieri della squadra ucraina, saranno sotto gli ordini di Paulo Fonseca, che a Donetsk é una sorta di idolo, dato che ha portato la squadra a vincere il double campionato-coppa lo scorso anno, e quest'anno ci ritenterà. Per quanto riguarda la Champions, l'obiettivo é sicuramente un terzo posto più che abbordabile.
Chiudiamo infine con il Feyenoord, che vorrà certamente evitare di fare lo sparring partner del girone, e al contrario di come molti pensano, sarà un club ostico. La squadra allenata da Giovanni Van Bronckhorst, leggendario terzino olandese, viene da un anno fantastico, chiuso con la vittoria del campionato all'ultima giornata e con il conseguente ritiro di Dirk Kuyt dal calcio giocato. Quest'anno, per evitare brutte figure, il pubblico si affida al nazionale peruviano Tapia, faro del centrocampo, alla qualità di Vilenha, oltre che ai gol di Boëtius e all'esperienza del portiere Kenneth Veermer. La speranza? Che non vengano in Italia a devastare Napoli come l'anno scorso hanno fatto con Roma.
GRUPPO G (MONACO, PORTO, LIPSIA, BESIKTAS)
Gruppo equilibrato, equilibratissimo, al limite del noioso. Il Monaco, nonostante le partenze dei big, Mbappé, Silva, Mendy e Bakayoko, si é rifatto prendendo Tielemans e Keita, oltre all'aggiunta di Jovetic. Jardim é rimasto, e questo non può che non essere un bene per una squadra così giovane. L'ambizione? Ritornare dove ci si era fermati lo scorso anno.
Tutte le altre sono possibile insidie per il primo posto, che per i bookies é del Monaco. Il Porto si riconferma con il trio Brahimi, Aboubakar, Hernani, oltre che con l'esperienza di Casillas. Il Lipsia si presenta con i suoi gioelli, Keita e Forsberg, ben in mostra e in rampa di lancio. Il Besiktas, guidato dai veterani Medel, Pepe e Quaresma, é pronto a superare i gironi.
GRUPPO H (REAL MADRID, BORUSSIA DORTMUND, TOTTENHAM, APOEL)
Nel parlare dell'ultimo girone non potevamo non partire dall'ultima vincitrice della Uefa Champions League, il Real Madrid. Real Madrid che quest'estate più che un mercato ha fatto un richiamo, un richiamo alla base. Sono tornati Vallejo, Dani Ceballos, Marcos Llorente e Borja Majoral, mentre l'unico vero acquisto é stato il terzino Theo Hernández in arrivo dall'Alaves. Le cessioni invece sono state oggetto di forte critica. James é andato via per necessità, per cambiare aria e giocare titolare, mentre il resto dei partiti (Morata, Danilo e Pepe) sono stati salutati a malincuore dalla tifoseria. Tutti e tre, in maniera differente, erano più che utili alla causa, e nonostante il minutaggio fosse basso, permettevano alla squadra di avere la profondità che ha permesso di mettere in bacheca Liga e Champions. Morata in particolare é rimpianto da queste parti, perché con i suoi gol era un buon sostituto di Benzema. Ora che il francese é infortunato e Bale non é in condizione, uno con il suo fiuto del gol servirebbe realmente come il pane agli affamati. Pepe invece era il sostituto perfetto del fragile Varane, mentre ora con Vallejo in panchina, si ha un po' meno di sicurezza, non tanto per il talento del giovane spagnolo, ma per la sua capacità a giocare sotto pressione. Per il resto ritroviamo sempre i soliti. A partire da Navas, che anno dopo anno sta riducendo gli errori e aumentando le parate, passando per Ramos e Marcelo, capitani in campo e nello spogliatoio, oltre che giocatori di livello mondiale, per il trio Casemiro-Kroos-Modric, un bagaglio di quantità e qualità a livelli mai visti, finendo con l'attacco, che vede due geni offensivi come Isco e Asensio, tra i migliori prodotti della nuova generazione di fenomeni spagnola, a supporto di quel mostro sacro di CR7, che pur accentrandosi e giocando di meno, non sbaglia mai un match di alto livello, e anche se lo volesse fare non ci riuscirebbe. E poi c'é Zidane, entrato in sordina lo scorso anno, ma diventato l'artefice del back-to-back madridista. Per lui, criticato all'inizio, ora ci sono solo complimenti ed elogi.
Passiamo poi a Borussia Dortmund e Tottenham, che saranno quelle che al 99% si giocheranno il secondo posto. La squadra tedesca, allenata dall'ex Ajax Peter Bosz, può contare su giovani di grande talento, che uniti a giocatori di esperienza, formano una squadra obbligata a puntare almeno agli ottavi. Le stelle della squadra sono senza il minimo dubbio Reus e Aubameyang, ma accanto a loro ci sono altri calciatori non da meno. A partire da Götze, che ritorna dopo svariati mesi di malattia, passando per Guerreiro, Julian Weigl e Dahoud (cercato anche dal Milan) e finendo con Christian Pulisic, la stella emergente del calcio statunitense, su cui il Paese ripone le sue speranze mondiali.
Il mix é più che buono e Bosz é l'allenatore perfetto, come già dimostrato in Olanda, per squadre di questo genere.
C'é poi il Tottenham di Pochettino, Alli e Kane, che oltre ad essere una squadra giovane é un club che arriva alla seconda partecipazione consecutiva in Champions. Quest'anno si é aggiunto alla compagine Llorente, che sarà la riserva di Harry Kane, e Serge Aurier, arrivato dal Psg dopo un periodo fuori dal campo non semplice. Per il resto la squadra non é cambiata. Sempre Lloris in porta, sempre la coppia Alderweireld-Vertonghen in difesa, sempre il trio delle meraviglie Alli-Son-Eriksen a supporto di Kane. Anche Pochettino é rimasto, e nonostante ciò c'é qualcosa che preoccupa i tifosi: questa cosa si chiama "Maledizione di Wembley" e viene dal fatto che il Tottenham in Champions non ha ancora vinto un match nella sua "casa" temporanea. Sarà compito dei ragazzi del tecnico argentino sfatare questo tabú, e anche al più presto, se si vuole continuare il cammino europeo.
L'ultima squadra dell'ultimo girone é probabilmente la squadra più famosa di Cipro, vale a dire l'Apoel di Nicosia. Il club allenato da Giorgos Donis é formato perlopiù da nomi sconosciuti al grande calcio, ma non per questo motivo non vuole disputare dei buoni gironi. A guidare tecnicamente ed emotivamente la squadra c'é il portoghese classe '84 Nuno Morais, alla decima stagione sull'isola. Morais, che é una sorta di leggenda a Cipro, é diventato famoso per aver segnato il gol che ha dato nel 2012 l'accesso ai quarti di finale alla squadra cipriota, facendo così la storia del club più titolato della nazione. Tra gli altri nomi di spicco ci sono Carlao, in prestito dal Torino, Ebecilio, centrocampista ex Anzhi e Ajax, e l'attaccante cipriota Miras Antoniou.
Introdotti e analizzati i gironi, non ci resta che attendere con ansia la pubblicità della Gazprom e la scritta "Uefa Presents". A quel punto sarà solo questione di minuti, e poi di secondi, prima che la competizione per club più importante e migliore del mondo inizi. Tutti l'attendono, i tifosi di ogni generazione, provenienti da ogni parte del mondo, aspettano tre mesi per sentire l'inno più conosciuto del panorama calcistico. Questo inno, che ormai conosciamo a memoria dopo averlo sentito per 25 anni di fila, si conclude con la fatidica frase "The Champions". Tutti pronti a scoprire chi saranno i campioni, il 26 maggio, sotto il cielo di Kiev? Se rispondete sì, basta sintonizzarvi sul canale appropriato. Se rispondete no, state certi che non sapete cosa vi state perdendo.
* Le squadre sono ordinate in base al loro probabile piazzamento finale

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