sabato 26 agosto 2017

IN ROTTA DI COLLISIONE

Dalla Germania arriva una vera e propria bomba: Abramovich sarebbe in rotta di collisione con Conte, a causa del caso Costa, degli ultimi risultati e dell’insistenza sul mercato. Nonostante ciò, un cambio in panchina è inutile


Si dice di Abramovich che quando qualcuno non gli va a genio, non attenda molto a licenziarlo o comunque a mandarlo lontano dalla sua vista. Questo è dovuto al fatto che il miliardario russo è un uomo molto esigente, che però talvolta esagera e smette di ragionare. Nei tredici anni da supreme leader del Chelsea, molti allenatori sono già passati attraverso questo periodo, che il più delle volte era poi coinciso con il loro licenziamento. Ancelotti fu il primo, nella stagione 2010-11, a subire il comportamento poco ortodosso del patron, che lo cacciò ad un solo anno di distanza dalla vittoria del double (Premier + FA Cup), con l’accusa di non aver vinto la Champions. Un anno più tardi fu il turno di André Villas-Boas, il “nuovo Mourinho”, che venne esonerato a marzo dopo una prima parte di campionato deludente. A sostituirlo venne chiamato il suo assistente nonché ex calciatore Blues, Roberto di Matteo, che in soli tre mesi portò la squadra alla vittoria della Champions ai danni degli avversari e ospitanti del Bayern Monaco, sconfitto ai rigori. L’idillio tra il russo e il manager italiano però non durò moltissimo e, a causa degli inizi in campionato e in Europa non brillanti, il nativo di Sciaffusa fu licenziato, appena cinque mesi dopo aver alzato nel cielo di Monaco la coppa “dalle grandi orecchie”.

In questi giorni, il tema del difficile rapporto tra Abramovich e i suoi coach sta riemergendo prepotentemente. Come afferma SportBild, noto quotidiano sportivo tedesco, in questi ultimi giorni la tensione tra Conte, il miliardario russo e i dirigenti del Chelsea sta aumentando in maniera esponenziale e la probabilità di un addio del tecnico leccese sta aumentando ogni ora di più, con l’ex allenatore del Dortmund Tuchel pronto a sostituirlo.
Il cambio in panchina non è qualcosa d’inaspettato, inatteso e nemmeno di clamoroso perché è dall’inizio della sessione di mercato che in casa Blues l’ambiente è tossico e la stabilità di Conte non poteva che non risentirne. I motivi, o per meglio dire le cause del possibile e probabile licenziamento dell’ex allenatore della Nazionale sono sostanzialmente tre: il caso Costa, gli ultimi deludenti risultati e l’insistenza sul mercato del tecnico salentino. In questo pezzo vi spieghiamo come un cambio di panchina sia inutile.

1.    Il difficile rapporto Antonio-Diego
Tutto inizia il 13 gennaio. Il quotidiano britannico Daily Mail riporta che tre giorni prima, durante la sessione di allenamento, Conte e il suo attaccante di punta avrebbero litigato. La causa scatenante della lite sarebbero stati dei problemi fisici del brasiliano, che si sarebbe lamentato di un forte mal di schiena, problema non condiviso però dall’equipe dei fisioterapisti del Chelsea, che lo ha subito riferito all’allenatore, il quale è ovviamente andato su tutte le furie. Il litigio porta alla fine a due importanti conseguenze: Diego Costa non viene convocato per il match successivo, mentre i suoi agenti volano in Cina per trattare la cessione del loro assistito al Tianjin Quanjin di Fabio Cannavaro. Da lì a pochi giorni la questione viene risolta, i due fanno pace, lo spagnolo rimane in squadra e aiuta il club a mettere in bacheca la seconda Premier in quattro anni. 
Il 9 luglio, come un fulmine a ciel sereno, l'ex attaccante dell'Atletico Madrid, svela che il suo manager gli ha comunicato via sms che non lo considera più parte del progetto dei Blues. L'azione intrapresa dal tecnico leccese provoca un polverone nel mondo calcistico, con i tifosi di tutto il mondo che si dividono in due fazioni, i "pro-Conte" e i "pro-Costa". La società inglese condanna il comportamento del tecnico italiano, mentre nelle sedi dei top club europei si inizia a ragionare su quale possa essere la destinazione adatta per il centravanti. Si va avanti il Milan, che arriva ad offrire una cifra pari a 56 milioni di euro, ma più che il club é il giocatore a rifiutare, affermando di aspettare la proposta dell'Atletico, destinazione più che gradita sebbene possa giocarci solo per sei mesi dato il blocco del mercato imposto agli spagnoli. Nonostante le continue pressioni provenienti proprio da Costa, al 99.9% l'attaccante ritornerà in quella Madrid che l'ha lanciato nel grande calcio. 
A mio parere, lo scontro Antonio-Diego era pressoché inevitabile, per il semplice motivo che tutti e due sono due persone che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno, e il litigio di inizio anno chiaramente lo dimostra. Con il probabile addio di Costa, la squadra perde un grande attaccante, con carattere forte (a volte un po' troppo) e con una vena realizzativa invidiabile, uno capace di segnare più di venti gol a stagione: un trascinatore nel vero senso della parola. 

2. Un'estate tormentata, in campo e sul mercato
Già avere una giornata tormentata é qualcosa che si trova nella linea che divide il sopportabile dall'insopportabile, figuratevi passare tutta un'estate così. Sfortunatamente Antonio Conte da Lecce ci é dovuto passare in mezzo, e le conseguenze non sono state per niente piacevoli. Ma, come per ogni buona analisi, dobbiamo come sempre partire dalle cause. La prima ragione che balza alla mente é il mercato, mentre la seconda riguarda le amichevoli estive e l'inizio di campionato. 

Parlando di calciomercato, é lecito affermare che il transfer market dei Blues é classificabile come una mezza pazzia. Una sorta di follia intanto perché la dirigenza ha deciso di assecondare la decisione di Matic e venderlo al Manchester United per 50 milioni, mandando su tutte le furie Conte, che lo vedeva al centro del progetto oltre che del centrocampo. Gli acquisti, invece, hanno convinto l'allenatore ma non la piazza, che dopo l'arrivo di Rüdiger non era sicuramente contenta, visto che arrivava per sopperire al ritiro di Terry e che non é considerato un difensore di prima fascia. Anche Bakayoko é stato accolto tra l'indifferenza generale, per poi essere subito criticato alla prima da titolare contro il Tottenham, match nel cui per molti fan il francese correva a vuoto. Morata, chiamato invece a sostituire Diego Costa, ha deluso in Community Shield sbagliando il suo rigore, ma si é subito rifatto segnando alla prima giornata contro il Burnley. Ciò che però ha lasciato esterefatti sia Conte che i tifosi sono state le partenze di Zouma e Aké, due difensori di riserva che potevano essere utilissimi alla causa, visto che la squadra quest'anno parteciperà alla Champions. La mancanza di vere alternative ai titolarissimi é sostanzialmente la vera pecca del mercato dei Blues, ed é anche la ragione che spiega le continue chiamate di Conte alla dirigenza. Per questo motivo, e per evitare altri screzi, Abramovich, pur non essendo troppo felice, sta pensando di mettere a disposizione altri 200 milioni, al fine di acquistare almeno tre giocatori, tra cui il difensore del Southampton Van Djik, il centrocampista del Leicester Drinkwater e l'ala dell'Arsenal Oxlade-Chamberlain. 
Ad aumentare ancora di più il tormento di Conte si sono aggiunte poi le amichevoli estive, nelle quali il Chelsea ha messo in fila prestazioni disastrose, vincendo con l'Arsenal, ma perdendo con Bayern e Inter, match in cui i Blues si sono svegliati troppo tardi per rimontare. 
Giusto perché perdere in International Champions Cup non bastava, anche l'inizio della stagione ufficiale é stato insoddisfacente, visto che i Blues hanno prima perso ai rigori il Community Shield contro l'Arsenal, per poi essere sconfitti pure alla prima di campionato contro il Burnley, che con tutto rispetto é un club da parte destra della classifica. La vittoria a Wembley nel derby con il Tottenham ha ridato morale, ma il vero esame sarà questo weekend contro l'Everton di Rooney, capace lunedì di fermare il Manchester City in casa sua. 

Tutto questo insieme di ragioni sono alla base della presunta voglia di Roman Abramovich di esonerare dalla carica di allenatore Antonio Conte. Come detto già precedentemente, il patron russo non é uno che sta molto attento all'opinione pubblica, in quanto al calcio, e se vuole fare qualcosa lo fa senza problemi. 
La mossa però di chiamare Tuchel al posto del tecnico italiano, mi dispiace dirlo, é sostanzialmente inutile, perché a stagione ormai cominciata l'arrivo di un nuovo allenatore scombinerebbe i piani, dato che ormai i giocatori sono abituati a giocare un certo tipo di calcio con certi tipi di moduli imposti da Conte. Il gioco del coach tedesco, si basa infatti su un mix esplosivo tra il gegenpressing ereditato da Klopp e il juego de posición di matrice guardiolista. 
Il gioco di Conte vede invece tra le sue armi migliori pressing e contropiede, favoriti da un recupera-palloni come Kanté e da due velocisti quali sono Hazard e Pedro. 
Insomma due modi di vedere e interpretare il calcio differente, che avrebbero come principale conseguenza il rallentamento della squadra sia in campo nazionale che in campo continentale, con importanti ripercussioni sulla difesa del titolo in Inghilterra e sull'assalto alla Champions in Europa. 
La scelta di cambiare guida tecnica avrebbe poi un'importante risvolto morale perché andrebbe ad influire sull'umore sia dei tifosi ma soprattutto su quello dei calciatori. Potrebbe capitare infatti che alcuni calciatori non si trovino a loro agio con l'allenatore tedesco, e che per questo motivo giochino sottotono e al di sotto delle aspettative.   

Se é questo che Mister Abramovich vuole, che faccia pure. 

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