giovedì 12 maggio 2016

KD: L'ETERNO SECONDO PRONTO A TRASFORMARSI NEL PRIMO DELLA CLASSE



9 Maggio 2016 - Oklahoma City





Quando si é affezionati ad una persona, ed essa muore, ognuno ha degli oggetti che la ricordano. Per l'uomo in questione, Kevin Durant, l'oggetto é il numero di maglia, il 35, in onore del suo allenatore del college Big Chuck morto all'età di 35 anni, freddato con tre colpi di pistola alla schiena. Un esempio per tutti i giovani, visto che aiutava la madre a portare a casa qualche dollaro in più facendo sì che lui e i suoi quattro fratelli potessero crescere in una situazione dignitosa. Dopo solo un anno di college, alla University of Texas, nel 2007 si dichiara eleggibile al Draft, ma Portland decide di scartarlo preferendogli Greg Odom, in quel momento non la miglior scelta. Durant finisce quindi a Seattle, in una squadra però povera di talento che quell'anno aveva venduto l'unica stella, Ray Allen, a Boston. La stagione, come possibile immaginarsi, va male, dato che i Supersonics vincono solo venti gare: Durante riesce comunque a guadagnarsi il premio come Rookie of the Year.
La stagione successiva, vede il cambio di proprietà e il conseguente spostamento alla Cheesapeake Energy Arena di Oklahoma City. Anche in questo caso la stagione non va nel migliore dei modi (23-59), ma nonostante ciò Durant risulta il terzo miglior marcatore della lega con 25.3 punti. 
Le due stagioni successive vedono i Thunder approdare ai Playoffs, dove vengono eliminati dai futuri campioni, prima dai Lakers e poi dai Mavericks.
Il 2011-2012 sembra l'anno buono per la franchigia: Okc diventa la seconda miglior squadra ad Ovest (47-19, a causa del lockout) e arriva alle Finals sconfiggendo nell'ordine Memphis Grizzlies, Los Angeles Lakers e San Antonio Spurs: ad aspettarli in finale ci sono i Miami Heat di Lebron James. I Thunder vincono gara 1 in cui KD segna 36 punti ma perdono le successive quattro dicendo addio all'anello. Una sconfitta causata oltre che dall'inesperienza di un gruppo stellare ma ancora troppo giovane, anche da un James in formato "monster".
Nei due anni successivi vengono eliminati prima, tra lo stupore generale, dai Memphis Grizzlies in semifinale di Conference, e poi da San Antonio, futura campione, con il punteggio di 4-2, dopo aver rimontato i texani da 0-2 a 2-2. 
Tralasciato lo scorso anno in cui Kevin gioca solo 27 partite, quest'anno sembra l'anno buono: 28.06 punti di media e terzo posto nella Western Conference. I playoff sono iniziati bene, con i Thunder che hanno liquidato i discreti Mavericks con un 4-1 sul velluto, e ora hanno il match point di gara 6 per volare in finale di Conference, eliminando ancora una volta San Antonio. Per KD, vincere l'anello avrebbe un sapore speciale, perché da quando gioca da professionista, l'unico riconoscimento importante vinto è stato il titolo di MVP della stagione. Vincendo farebbe capire che nell'era di Lebron, lui è comunque riuscito a ottenere lo status di campione, un po' come Magic con Jordan. "You are the real MVP", disse due anni fa alla madre alla consegna del premio; il primo step l'ha già fatto, ora mancano gli altri due, con cui di diritto avrebbe accesso all'Eden, al Janna, al Dilmun sumerico, nomi che il basket traduce in Hall of Fame.

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