Dopo neanche un anno di progetto "Pep", il City é fuori dalla Champions e dalla corsa al titolo. 3 motivi per spiegare il fallimento guardiolano

La Daewoo Kalos, conosciuta in Europa come Chevrolet Kalos, ha realizzato uno dei punteggi più bassi nella storia dei crash test, 14.9 punti su 37, diventando un vero e proprio flop sul mercato automobilistico. Chiariamo che il paragone con l'uomo in foto, per chi non lo conoscesse é Pep Guardiola, non è proponibile sul piano della qualità bensì della affidabilità. Nessuno sta contestando le capacità del filosofo catalano, che con una fitta rete di passaggi ha rivoluzionato per sempre il calcio; stiamo solo analizzando i motivi del fallimento del progetto Citizen in cui Guardiola si é immerso il luglio scorso. Un progetto, che come l'uomo medievale é stato sedotto dai tre vizi calcistici per antonomasia, ovvero la dispersione dei finanziamenti ricevuti in investimenti sbagliati, la testardaggine nel seguire le proprie idee, ed il malvagio rendimento dei giocatori strapagati. 3 motivi che riporteranno, il prossimo giugno, il Manchester City al secondo "Anno Zero" in soli 730 giorni.
1. Buttare soldi dalle finestre
Esiste nella lingua dei transalpini un espressione, jetter argent par les fenêtres, che riassume alla perfezione la politica dei Citizens sul mercato del primo anno di Guardiola. La parola d'ordine del catalano é stata spendere tanto per vincere ma credo che, a questo punto, la proprietà abbia capito solo la prima parte di frase. C'é da ammettere che in alcune scelte c'é anche lo zampino di Guardiola, come il fatto di mandar via Hart per Bravo (poi rivelatosi un flop), ma diciamo che anche la società ci ha messo del suo, strapagando ben 60 milioni un giovane dall'ottimo futuro come Stones, che però ora come ora tutti quei soldi non li vale. Magari, al posto di buttare all'aria così tanto denaro, si poteva pensare di spenderlo meglio, ad esempio rinforzando il reparto difensivo, che non é sicuramente tra i più affidabili. Gündogan e Gabriel Jesus hanno ripagato la somma per la quale sono stati acquistati, ma questo non può giustificare appieno i 105 milioni spesi in due estati per due giocatori non ancora del tutto da City.
Esiste nella lingua dei transalpini un espressione, jetter argent par les fenêtres, che riassume alla perfezione la politica dei Citizens sul mercato del primo anno di Guardiola. La parola d'ordine del catalano é stata spendere tanto per vincere ma credo che, a questo punto, la proprietà abbia capito solo la prima parte di frase. C'é da ammettere che in alcune scelte c'é anche lo zampino di Guardiola, come il fatto di mandar via Hart per Bravo (poi rivelatosi un flop), ma diciamo che anche la società ci ha messo del suo, strapagando ben 60 milioni un giovane dall'ottimo futuro come Stones, che però ora come ora tutti quei soldi non li vale. Magari, al posto di buttare all'aria così tanto denaro, si poteva pensare di spenderlo meglio, ad esempio rinforzando il reparto difensivo, che non é sicuramente tra i più affidabili. Gündogan e Gabriel Jesus hanno ripagato la somma per la quale sono stati acquistati, ma questo non può giustificare appieno i 105 milioni spesi in due estati per due giocatori non ancora del tutto da City.
2. Tiki-testardo
Ok, Guardiola é l'inventore del tiki-taka e può anche essere considerato un rivoluzionario nell'ambito calcistico, come ad esempio lo sono stati Edison e Marconi rispettivamente nel campo dell'elettricità e della telegrafia. Solo che il filosofo catalano non ha probabilmente compreso che c'é una gran differenza di interpreti tra l'attuale City e quello che fu il suo Barça, interpreti che si riconoscono nei migliori Messi, Iniesta e Xavi, che rispetto a Silva e compagnia, avevano una marcia in più. Con i giocatori che ha quindi ora a disposizione é facile capire come non riesca a far esprimere nel miglior dei modi quella folle ma allo stesso tempo lucida idea che l'ha fatto entrare nella categoria dei più grandi di sempre: calciatori come il 10, l'8 e il 6 del Barcellona sono unici e irripetibili, e difficilmente avranno eredi degni di loro, tanto bravi ma allo stesso tempo tanto affiatati come questi tre.
Ma ciò che in particolare non ha permesso a Guardiola di dominare in lungo e in largo, é stata la sua testardaggine nel non adattare le sue idee e moduli di gioco al calcio inglese, che sicuramente é un calcio molto più fisico, aggressivo e intenso di quello spagnolo, ma che soprattutto è un calcio dove se giochi con la difesa molto alta, la possibilità di subire devastanti contropiedi é quasi pari al 100%; un aspetto che probabilmente Pep non ha ancora compreso a fondo.
Ok, Guardiola é l'inventore del tiki-taka e può anche essere considerato un rivoluzionario nell'ambito calcistico, come ad esempio lo sono stati Edison e Marconi rispettivamente nel campo dell'elettricità e della telegrafia. Solo che il filosofo catalano non ha probabilmente compreso che c'é una gran differenza di interpreti tra l'attuale City e quello che fu il suo Barça, interpreti che si riconoscono nei migliori Messi, Iniesta e Xavi, che rispetto a Silva e compagnia, avevano una marcia in più. Con i giocatori che ha quindi ora a disposizione é facile capire come non riesca a far esprimere nel miglior dei modi quella folle ma allo stesso tempo lucida idea che l'ha fatto entrare nella categoria dei più grandi di sempre: calciatori come il 10, l'8 e il 6 del Barcellona sono unici e irripetibili, e difficilmente avranno eredi degni di loro, tanto bravi ma allo stesso tempo tanto affiatati come questi tre.
Ma ciò che in particolare non ha permesso a Guardiola di dominare in lungo e in largo, é stata la sua testardaggine nel non adattare le sue idee e moduli di gioco al calcio inglese, che sicuramente é un calcio molto più fisico, aggressivo e intenso di quello spagnolo, ma che soprattutto è un calcio dove se giochi con la difesa molto alta, la possibilità di subire devastanti contropiedi é quasi pari al 100%; un aspetto che probabilmente Pep non ha ancora compreso a fondo.
3. Strapagare non é vincere
Stones e Otamendi (che però non é stato acquistato nell'era Guardiola) sono l'esempio lampante della gestione "budget a disposizione" del Manchester City, in quanto nonostante gli sceicchi abbiano sborsato ben 105 milioni per ora i risultati ottenuti sono stati insignificanti, ed hanno dimostrato ancora una volta come strapagare non é sinonimo di vincere. Il Leicester in questo caso é agli antipodi dei Citizen, perché pur avendo pagato pochi milioni Vardy e Mahrez, l'anno passato ha messo un titolo importante come la Premier in bacheca, mostrando come a volte spendere in modo accurato il denaro sia meglio che gettarlo dalle finestre.
Stones é stato pagato 56 milioni più 4 di bonus per le sue capacità di impostazione, mentre Otamendi é finito a Manchester dopo una gran stagione con la maglia del Valencia. E queste cifre hanno evidenziato in maniera ancora più significativa le lacune di entrambi i calciatori: per quanto riguarda il 20enne inglese hanno sottolineato "l'immaturità" in fase difensiva, mentre per quanto concerne il difensore argentino, l'insicurezza in quanto a posizionamento. Due lacune che non fanno sicuramente del bene al reparto difensivo del City, che da qualche anno é obbligato a lottare per le prime posizioni in campionato e per la vittoria in Champions.
Siamo certi però che al prossimo crash-test ad inizio settembre, dopo importanti investimenti, la recensione sull'affidabilità della macchina da calcio guidata da Pep Guardiola sarà migliore perché, come diceva il grandissimo Vince Lombardi "non devi mai abbassare i tuoi standard per piacere agli altri."
Semmai li devi alzare.
Stones e Otamendi (che però non é stato acquistato nell'era Guardiola) sono l'esempio lampante della gestione "budget a disposizione" del Manchester City, in quanto nonostante gli sceicchi abbiano sborsato ben 105 milioni per ora i risultati ottenuti sono stati insignificanti, ed hanno dimostrato ancora una volta come strapagare non é sinonimo di vincere. Il Leicester in questo caso é agli antipodi dei Citizen, perché pur avendo pagato pochi milioni Vardy e Mahrez, l'anno passato ha messo un titolo importante come la Premier in bacheca, mostrando come a volte spendere in modo accurato il denaro sia meglio che gettarlo dalle finestre.
Stones é stato pagato 56 milioni più 4 di bonus per le sue capacità di impostazione, mentre Otamendi é finito a Manchester dopo una gran stagione con la maglia del Valencia. E queste cifre hanno evidenziato in maniera ancora più significativa le lacune di entrambi i calciatori: per quanto riguarda il 20enne inglese hanno sottolineato "l'immaturità" in fase difensiva, mentre per quanto concerne il difensore argentino, l'insicurezza in quanto a posizionamento. Due lacune che non fanno sicuramente del bene al reparto difensivo del City, che da qualche anno é obbligato a lottare per le prime posizioni in campionato e per la vittoria in Champions.
Siamo certi però che al prossimo crash-test ad inizio settembre, dopo importanti investimenti, la recensione sull'affidabilità della macchina da calcio guidata da Pep Guardiola sarà migliore perché, come diceva il grandissimo Vince Lombardi "non devi mai abbassare i tuoi standard per piacere agli altri."
Semmai li devi alzare.
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