Il trasferimento di Neymar riscrive la storia del calcio, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello economico e quindi morale.
Il 1913 non é stato un anno chiave per le sorti del mondo, ma sicuramente qualche evento cruciale é accaduto, tanto da farlo ricordare non solo come l'annata precedente all'inizio della Grande Guerra.
A febbraio, per esempio, il 34enne rivoluzionario russo Josif Stalin viene arrestato dalla polizia zarista e viene incarcerato a Turuchansk, nella Siberia nordoccidentale, dove rimarrà fino al 1917 con l'accusa di aver partecipato agli scioperi di Baku nel 1908. Il 2 del mese viene invece inaugurata la Grand Central Station di New York, che con i suoi 19 ettari di superficie e con le sue 44 banchine, é tutt'oggi considerata la stazione ferroviaria più grande al mondo. Due giorni più tardi Thubten Gyatso, 13º Dalai Lama, dichiara l'indipendenza del Tibet che durerà solamente 37 anni, ovvero fino a quando Mao Zedong decise di invadere il Kham occidentale mettendo fine alla millenaria libertà di un popolo. Il 29 settembre, nella capitale del Regno d'Italia, vengono sciolte le camere ed indette nuove elezioni politiche, che decreteranno il successo di Giovanni Giolitti. Poco meno di un mese più tardi, il rinomato fisico tedesco Albert Einstein svela il suo genio al mondo iniziando la divulgazione della sua teoria riguardante la relatività generale, mentre il 6 novembre dello stesso anno, Gandhi viene arrestato a causa della sua disapprovazione riguardo l'illegalità dei matrimoni tra non cristiani.
Il 1913 é però un anno da pennarello rosso anche per The Beautiful Game, poiché é la stagione in cui avvengono i primi trasferimenti che possono essere etichettati come mosse di calciomercato. L'Andrea Doria decide infatti di vendere due dei suoi giocatori, Enrico Sardi e Aristodemo Santamaria, al Genoa per 3200 lire complessive, scatenando un vero e proprio finimondo. Tra accuse, insulti e minacce di squalifiche a vita, i due calciatori vengono banditi dal campo per un anno con l'accusa di professionismo, e successivamente multati di 1000 lire.
Da questo simpatico e curioso episodio sono passati per l'esattezza 104 anni, e nel frattempo molte delle cose che i nostri bisnonni sognavano ora si sono tramutate in realtà, e per ciò che concerne il calcio ora essere professionisti non porta ad una squalifica, bensì é la regola per poter giocare ad altri livelli. E di alti, altissimi livelli si parla ogni volta che si menziona Neymar Da Silva Santos Junior, meglio conosciuto come O'Ney. Il brasiliano, a 25 anni, ci ha già mostrato di cosa é capace grazie alle sue doti tecniche che l'hanno contraddistinto fin da bambino, quando muoveva i suoi primi passi con una palla al piede, giocando con molti altri bambini molto meno dotati di lui. Dalla modestia brasiliana alla splendida Barcellona di tempo ne é passato, ma ora é giunto anche per l'asso carioca di tagliare radicalmente i collegamenti con la vita passata e proiettarsi una volta per tutte nel futuro. Neymar che ha deciso di dire basta all'esperienza blaugrana, di dire basta a una vita calcistica che lo ha visto svolgere sempre il lavoro di comprimario eccellente a servizio di Sua Maestà, Lionel Messi, che dall'alto della sua importanza ha sempre e comunque calcisticamente sovrastato il calciatore brasiliano. Non é accaduto invece nella vita privata, nella quale i due fenomeni del Barça sono grandi amici, e si crede che potranno rimanere in contatto nonostante la partenza di O'Ney.
Il taglio dato dall'asso ex Santos é e sarà netto, nettissimo, al pari di un uomo che decide di abbandonare il lavoro di una vita per accettare l'opportunità attesa da tanto. Tutti e due vogliono uscire dall'anonimato, tutti e due si vogliono mostrare alla gente per ciò che sono, dei grandi talenti, solo che il primo avrà molto di più da dimostrare: dovrà provare di valere 222 milioni di investimento. Il trasferimento di Neymar riscrive la storia di questo sport, sotto tre punti di vista: sportivo, economico e morale. Ora spieghiamo come.
Spostare gli equilibri
O'Ney al Psg é uno dei movimenti di mercato più pazzeschi di sempre, da libro di storia del calcio. É senza ombra di dubbio un cambio che sposta gli equilibri da oggi in poi, dato che un trasferimento dal valore tecnico così alto non si verificava da almeno quattro anni. Da Gareth Bale, che volava da Londra alla volta di Madrid per 109 milioni, non si assisteva ad un cambio di maglia che andava a rafforzare una squadra già formidabile. Solo che il gallese arrivava in un club in cui lui era un ottimo giocatore, ma la stella del team c'era già da tempo, dal 2009, vale a dire Cristiano Ronaldo, che era ed é ancora inferiore a Bale solo per il prezzo di vendita.
Neymar invece, con il suo passaggio al Paris Saint Germain, diventa per prezzo e qualità tecniche, la stella della squadra a tutti gli effetti. I 222 milioni della clausola sono discutibili, mentre il valore non lo é per nulla, perché trovare un giocatore qualitativamente migliore di O'Ney é dura, visto che ora solo Messi é al suo livello. Diventa la stella della squadra anche perché nel corso degli anni ha affinato le doti che servono ad un calciatore per diventare un leader, ovvero la caparbietà e la capacità di trascinare la squadra nelle situazioni più complicate. Qualità che si sono notate una volta per tutte nello storico 6-1 contro la sua prossima squadra nel marzo di quest'anno quando con due gol e un assist negli ultimi sette minuti di gioco ha permesso al suo club di andare avanti in Champions League nel modo più incredibile possibile. Trasferendosi in Ligue 1, diventa anche il frontman del campionato, il giocatore con cui identifichi un Paese, la cometa che fa battere i cuori dei tifosi e che alimenta le loro speranze di vittoria nelle competizioni continentali.
L'arrivo di O'Ney sotto la Tour Eiffel ha anche un altro effetto, vale a dire quello di omogenizzare il livello delle squadre europee, più che di quelle francesi. Prima del trasferimento, infatti, il Psg sulla carta non poteva competere con il Barça, perché i blaugrana avevano un trio d'attacco che faceva paura solamente a pronunciarlo, e che dava teoricamente un vantaggio alla squadra catalana. Ora, con la MSN che si é spezzata, l'equilibrio sta passo dopo passo tornando, perché un terzetto Neymar-Cavani-Di Maria può valere un trio Messi-Suarez-Coutinho, tanto quanto Robben-Lewandowski-Ribery vale la BBC del Real Madrid. Per quanto riguarda la Francia, purtroppo, il risultato é nullo poiché il Paris Saint Germain era e rimane ancor di più adesso la squadra più forte del campionato. Ok, l'anno appena passato ha costituito un'eccezione, ma con il trasferimento di Mbappé che sta per concretizzarsi, il sogno di avere un campionato più equilibrato é andato definitivamente in frantumi con l'arrivo del brasiliano agli ordini di Emery. Perché se già il Psg schiantava l'Angers con quattro gol di scarto schierando titolare Draxler, immaginatevi mettendo titolare Neymar quanto potrà essere dura la batosta per i bianconeri di Francia. Tutto ciò sarà sfortunatamente possibile data l'illimitata forza economica di Nasser Al-Khelaifi, presidente e proprietario del club parigino, che ha permesso nel corso degli anni al team della capitale di scavare un enorme fosse che divide finanziariamente il Paris Saint Germain dal resto delle squadre militanti in Ligue 1, un po' come accade da anni in Spagna, dove Real e Barcellona dominano incontrastati sul resto degli equipos della Liga.
222 milioni sono spiccioli
Essere il presidente del fondo sovrano Qatar Investment Authority, il padre di tutti gli investimenti qatarioti nel mondo, non deve essere sicuramente una cosa spiacevole. Fondo che possiede, oltre al club francese, anche il 16% di Barclays, il 12.4% di Volkswagen ed il 100% di Harrods, solo per citare qualche nome di una lista non troppo corta. Essere a capo di una compagnia che ha un fatturato di 170 miliardi di dollari, permette al ricco Al Khelaifi di pagare con una certa tranquillità la clausola che il Barcellona aveva messo nel novembre dello scorso anno sul suo #11. Il pagamento è avvenuto in maniera insolita, dato che il club ha dapprima versato nel conto in banca dell'asso brasiliano la bellezza di 300 milioni, soldi garantiti a Neymar per fare da testimonial ai Mondiali 2022, per poi far sì che O'Ney pagasse con quei soldi il necessario per rescindere il contratto. All'ex Barça andranno 30 milioni all'anno per 5 anni, mentre il padre-agente intascherà una somma pari a 40 milioni.
Il trasferimento di Neymar diventa a tutti gli effetti il più costoso della storia di questo sport, e praticamente raddoppia la cifra che solamente un anno fa il Manchester United spese per riportare a casa Paul Pogba. Il passaggio del brasiliano al Psg certifica che ormai il calcio é definitivamente cambiato, economicamente parlando, che i prezzi sono esagerati ed esplosi, che anche i giocatori medi-buoni ora vengono pagati oltre i 30 milioni, cifre che dieci anni fa erano senza ombra di dubbio impensabili. Tutta "colpa", se così si vuole dire, dell'avvento degli sceicchi e dei cinesi nel mondo del calcio che, in poco meno di un decennio, hanno rivoluzionato il football grazie alle loro tasche dalle profondità interminabili. Se si pensa che lo sceicco Mansour, sommo capo del Man City, ha speso 1 miliardo in soli nove anni per le campagne acquisti, si capisce come il calcio ed il denaro siano ormai legati da una relazione padre-figlio, solo con paghette leggermente più laute.
Niente insulti, il calcio é un business
Il trasferimento di Neymar ha generato mille reazioni tra le più disparate possibili: i tifosi del Psg, in delirio, sono accorsi in centinaia al Megastore della squadra per accaparrarsi la maglia nº10 di Neymar, mentre quelli del Barcellona, sentendosi traditi, hanno iniziato a dar fuoco alle maglie del brasiliano e ad attaccare cartelli in giro per la città con la scritta "TRAIDOR". Il resto delle persone, si dividono in tifosi e non tifosi. I primi sono rimasti stupiti, alcuni scioccati dal trasferimento, dalle cifre ma hanno alla fine ammesso che nel calcio d'oggi, viste le cifre, il costo di Neymar non era poi così elevato. I secondi, non potendo esprimere un parere esperto, hanno spostato la questione sul piano morale, affermando che non é possibile che un calciatore prenda milioni all'anno per tirare calci ad una palla, mentre un medico che salva le vite ne percepisca molti meno.
Diciamoci la mera verità: é inutile fare questi paragoni, che chiaramente non hanno molto senso. Non hanno senso perché innanzitutto i club sono aziende private, che rispondono a loro stesse e non allo Stato. Oltre a questo, le squadre sono guidate da proprietari che immettono in quest'ultime i loro soldi personali e che quindi hanno la libertà di metterne quanti ne vogliono e di spenderne altrettanti per comprare tutti i giocatori che vogliono.
A proposito del giocatore, é utile ricordare come il salario di quest'ultimo sia in base alle sue prestazioni. Più un giocatore gioca bene, più é importante per la squadra, più lo stipendio aumenta. Perché se il calciatore offre grandi prestazioni, la squadra ne risente positivamente, i tifosi riempiono lo stadio e il club guadagna grandi cifre, che chiaramente si rifletteranno sui salari dei giocatori, i quali vedranno aumentare i loro conti in banca. Quindi meglio evitare di sprecare il fiato per parlare di una situazione quando non la si conosce a fondo. Perché di tutte le chiacchiere a suo sfavore, Neymar ne sente l'un percento.
Intanto, mentre scrivo, O'Ney s'é già presentato alla sua nuova squadra nella conferenza stampa delle 13.30 affiancato dal suo capo, Nasser Al-Khelaifi. Ha rivelato che quella che ha preso é stata una delle scelte più difficili della sua vita, perché lasciare Barcellona e il Barça non deve essere stata semplice, ma che alla fine la sua decisone é stata dettata dal cuore, oltre che ovviamente dal denaro.
Ha promesso ai supporters che si impegnerà al massimo per portare i trofei che la gente sogna ed ora, giustamente, chiede.
Un brasiliano sotto la Tour Eiffel si era già visto in passato e di nome faceva Ronaldinho. Dinho che si era poi trasferito proprio a Barcellona per vincere, e la coppa dalle "grandi orecchie" l'aveva sollevata. Ora invece c'é Neymar, che il trofeo l'ha già vinto, e che per questo motivo vuole tentare di farlo con la nuova maglia.
Per ora le intenzioni sono buone, ma dategli tempo e si trasformeranno in qualcosa di concreto.

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