Lebron James è uno dei tanti ragazzi cresciuti nei "ghetti", nei quartieri poveri delle città americane. E in questi luoghi ci sono due sole vie percorribili: o diventi un delinquente oppure inizi a praticare uno sport che ti sottragga dalla criminalità. Il ragazzo, viste le difficili condizioni economiche in cui versava la famiglia, decide che un giorno dovrà ripagare la madre Gloria, e per questo inizia a giocare a pallacanestro, iscrivendosi alla St. Vincent-St. Mary High School. A 15 anni è così devastante che vince per due anni consecutivi il titolo di MVP, supportato da 16.000 persone che assistono a ogni sua partita.
Nel 2003 si dichiara eleggibile al Draft, e viene chiamato alla "uno" dai Cleveland Cavaliers. La prima stagione è più che discreta, con 20.9 punti, 5.9 rimbalzi e 5.5 assist di media. Nello stesso anno, realizzando 41 punti contro i New Jersey Nets, diventa il più giovani a segnare più di 40 punti in un match. La stagione successiva è fallimentare con i Cavs che non si qualificano per la postseason, ma con un Lebron in miglioramento, che oltre a stabilire il suo nuovo career-high con 56 punti a Toronto, mette a referto 27.2 punti, 7.4 rimbalzi e 7.2 assist di media. L'anno dopo, il ragazzo di Akron supera i 30 punti di media, portando Cleveland ai playoff fino al secondo turno dove escono in gara 7 con i futuri vice-campioni, i Detroit Pistons. Il 2006-07 è il primo importante anno nella storia di Lebron perché è la stagione delle sue prime Finals, raggiunte dopo aver sconfitto Washington, New Jersey e Detroit; la sconfitta è però totale con San Antonio che si impone con un netto 4-0 nella serie.
I due anni successivi vedono la franchigia dell'Ohio raggiungere in entrambe le annate la postseason, senza però arrivare in fondo, dato che il primo anno vengono eliminati al secondo turno dagli Orlando Magic, futuri vice-campioni, e successivamente dai Boston Celtics in semifinale.
Dopo la cocente eliminazione, James capisce che a 26 anni è arrivato il momento di iniziare a vincere : decide quindi di dichiararsi free agent. Pronti ad accoglierlo ci sono i New York Knics, che hanno liberato spazio apposta per offrirgli un ricco contratto, mentre i Miami Heat sono alla finestra speranzosi. L'8 luglio 2010 durante lo speciale di un'ora trasmesso da ESPN, Lebron annuncia di aver scelto South Beach come sua prossima destinazione. Agli Heat trova oltre a Wade anche Chris Bosh, appena prelevato dai Toronto Raptors, con cui va a formare i cosiddetti Big Three. L'ex di Cleveland inoltre rinuncia al massimo salariale per permettere a Miami di tenere le altre due stelle della squadra. In Ohio, la decisione è presa più che male, a cominciare dal proprietario Gilbert che afferma che Cleveland vincerà un titolo prima che The King ne vinca uno. I tifosi bruciano le maglie nº 23, lo minacciano di morte, etichettandolo come un traditore. Anche Michael Jordan ha parole dure nei suoi confronti, affermando che alla sua epoca non avrebbe mai cambiato squadra per giocare assieme a Magic e Bird, anzi sarebbe rimasto dov'era per batterli.
La prima stagione in Florida è più che buona, con Lebron che realizza 26.7 punti, 7 assist e 7.5 rimbalzi di media trascinando Miami, prima al secondo posto in regular season e successivamente alle Finals contro i Dallas Mavericks di Novitzki. Pur essendo avanti 2-1 nella serie, i Big Three cedono e lasciano la vittoria ai texani, che vincono il primo titolo della loro storia.
I due anni successivi sono gli anni della consacrazione di James allo status di campione. Nella stagione 2011-12 mette a referto 27.1 punti, 6.9 assist e 7.2 rimbalzi di media, vincendo anche il premio di MVP stagionale e soprattutto trasportando ancora una volta alle Finals i suoi compagni contro i giovani ma temibili Thunder, che vengono però sconfitti in cinque gare. A fine anno viene inoltre eletto miglior atleta statunitense. L'anno successivo vede Miami dominare, grazie anche alla striscia di 27 partite vinte consecutivamente. Ancora una volta le finali vengono raggiunte, stavolta dopo aver superato Bucks, Bulls e Pacers. Lebron vince il secondo anello contro gli Spurs in una serie leggendaria, protrattasi fino a gara 7, in cui il Prescelto mantiene una media di 25.3 punti, 10.9 rimbalzi e 7 assist.
Nell'ultimo anno alla corte di Erick Spolestra, l' head coach, il King raggiunge le sue quinte Finals consecutive, perdendole però malamente dai San Antonio Spurs per 4-1.
Nel 2015 decide di tornare a Cleveland per indossare di nuovo la nº 23 che aveva lasciato e grazie ai suoi compagni, tra cui spiccano Irving e Love, e ai suoi 25.3 punti di media, porta Cleveland fino a in fondo ai Playoff, dopo nove anni di attesa. Qui pur essendo in vantaggio 2-1 su Golden State, e complice l'infortunio di Irving, Lebron non riesce nell'impresa di vincere il suo terzo anello, cedendo solamente in gara 6, dopo una serie da 35.8 punti di media.
Quest'anno, dopo aver firmato un biennale da $23 milioni, è pronto per il suo terzo titolo. James conduce la squadra alle Finals senza faticare troppo. Rincontra gli Warriors, reduci da una stagione fenomenale, con 73 vittorie su 82 partite. In una serie spettacolare, in cui "The Chosen One" mantiene la media di 29.7 punti, 8.9 assist e 11.3 rimbalzi, Cleveland, sotto 3-1, riesce a rimontare, portando Golden State fino a gara 7. Alla Oracle Arena di Oakland, Lebron gioca gli ultimi quattro minuti del 4º quarto in modo sublime, stoppando il tentativo di sottomano di Igoudala in quello che sarà definito The Block, e chiudendo i conti con il libero che fissa il risultato sul 93-89. Per LBJ il terzo anello della carriera oltre al terzo titolo di MVP delle Finals.
Al momento non sappiamo come il Prescelto passerà le vacanze, visto che non andrà alle Olimpiadi di Rio: probabilmente godendosi la meritata vittoria, o magari pensando già alla prossima stagione, che potrebbe essere l'ultima in Ohio (si vocifera un interesse dei Lakers). Sia che resti o che vada via, Lebron ha già chiaro il suo prossimo obiettivo, che ha nome e cognome; Larry O'Brien Trophy, o più semplicemente quarto anello.

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