martedì 27 settembre 2016

TOTTI 4.0





Il 16 dicembre 1993, l'ottavo re di Roma é stato incoronato. L'uomo, la leggenda, il simbolo di una città intera ha preso il posto che gli spettava, a fianco agli altri sette, tra cui probabilmente é il più importante. Ha dato tutto alla sua città, eterna quanto lui, e lei le ha dato tutto ciò che aveva, forse anche di più. L'ha difeso sempre e comunque, sia che avesse ragione sia che non l'avesse, forse perché l'amava così tanto da proteggerlo come se fosse suo figlio. Ha allontanato allenatori, rei di non farlo giocare, ha insultato presidenti che non gli rinnovavano il contratto. Molti dei suoi tifosi hanno chiamato i loro figli Francesco, gli hanno dedicato striscioni, maglie. Tutta la voce che avevano l'hanno usata per gridare il suo nome. 250 volte in 605 partite. 
Totti fa parte di una cerchia, quella delle bandiere, una cerchia che ormai si é ridotta ad un solo nome, il suo, il nome di un uomo infinito, di un calciatore unico, di un professionista che a quarant'anni é ancora capace di segnare. Non importa se giochi una partita intera, un tempo, mezz'ora o quindici minuti, Francesco é decisivo in qualsiasi modo: di testa, di piede, con un pallonetto da fuori area, con una rovesciata. L'amore degli italiani per il dieci giallorosso é così forte che si é addirittura pensato di mettere la sua "chilena" nel derby dell'11 gennaio 2015, come copertina dell'album Panini.
Quando bacia la maglia sembra che Francesco sia banale, ma non lo é mai. Baciare quel pezzo di stoffa, non significa solamente esprimere amore per la Roma, ma significa ribadire che la Roma é stata più importante dei soldi, della fama, del successo internazionale, dei trofei. Come racconta a The Players' Tribune, prima il Milan nell'89 poi il Real Madrid nel 2003, hanno provato a strappare Totti alla sua città. Francesco ha ringraziato, ma ha risposto no, influenzato da sua mamma, il "Boss". In verità, come lui stesso ha ammesso, i Blancos lo stavano per convincere, ma poi amici e famiglia l'hanno convinto a rimanere nella città che l'ha amato e che lo ama ancora. 
E lui l'ha fatto: ha preferito l'Olimpico al Bernabeu, la Coppa Italia alla Champions, Sensi e Pallotta a Florentino Perez. 
La standing ovation riservatagli domenica dai tifosi granata fa capire, quanto Totti sia amato oltre la maglia. Un campione unico, che difficilmente potrà essere eguagliato da qualcun altro. Forse qualcuno lo supererà a livello tecnico, a livello acrobatico, magari anche come leader, ma mai come uomo. In un calcio in cui ormai contano i soldi più delle persone, in cui lo show é lo scopo di tutti, Er Pupone rappresenta il "Concetto Spaziale", un concetto che solo i veri amanti del calcio conoscono. 
Spaziale, come quest'uomo, che quando gioca si diverte come fosse un ragazzino. Quel ragazzino che da 23 anni incanta tutti, sia dentro che fuori dal campo. 
Er Pupone, Er Capitano. Questi sono stati i soprannomi dell'ottavo re di Roma. Tu invece, Francé, preferisci che sia il campo, e non altro, a parlare. 
E con questo dimostri cosa sei.
Unico.

lunedì 26 settembre 2016

LA FIORENTINA ATTACCA, IL MILAN RIPARTE, MA ALLA FINE É 0-0


Finisce 0-0 il posticipo al Franchi. Ilicic manda sul palo il rigore, Orsato tace su un fallo da rosso di Tomovic, scatenando le proteste rossonere.



Giocatori che ti accerchiano, allenatori che ti chiedono spiegazioni, tifosi allo stadio che ti insultano, ti maledicono, ti fischiano. Altri supporter che, indignati, condividono le loro idee su ciò che hai commesso sui social, facendo spopolare hastag con il tuo nome. 
Queste sono state le immagini, che come in un film, Orsato si é visto scorrere davanti un attimo dopo aver fischiato la fine di Fiorentina-Milan. In effetti, qualche secondo prima si sarebbe dovuto udire il rumore di un fischietto, e vedere un cartellino rosso in procinto di essere estratto dal taschino. Così non é stato, e ancora una volta un altro match é stato condizionato da un errore arbitrale, che ormai non si riescono neanche più a contare sulle dita delle mani. Ma il match del Franchi, fortunatamente non é stato solo questo. Vediamo com'é andata.
Le formazioni sono rimaste più o meno le stesse del turno infrasettimanale: Montella ha completamente riconfermato l'undici che ha battuto la Lazio martedí, mentre Paulo Sousa ha fatto esordire Salcedo e Milic nei loro rispettivi ruoli. 
La "viola" inizia subito aggressiva, creando due possibili occasioni da gol tra il 6' ed il 16', grazie ai tiri di Ilicic e Badelj, di poco a lato. Il Milan non tarda a rispondere, e lo fa con Niang che al 18', dopo un suo tiro precedentemente ribattuto, spedisce alto a tu per tu con Tatarusanu. 
Passano neanche cinque minuti ed ecco che la squadra di Sousa é già dall'altra parte e, dopo un cross di Ilicic, Borja Valero viene trattenuto abbastanza vistosamente da Calabria: per Orsato é calcio di rigore e cartellino per il nº96 rossonero. Lo sloveno si presenta davanti a Donnarumma, forte del suo 9/9 dal dischetto, ma la fortuna gli gioca un brutto scherzo e gli fa spedire il rigore sul palo. Dopo aver evitato lo svantaggio, il Milan prende coraggio ed inizia ad attaccare con più insistenza, sfiorando il gol con Bacca al 33' che, su cross di Calabria non riesce col tacco ad indirizzare il pallone in porta.
Anche il secondo tempo si apre con i rossoneri che in venti minuti si costruiscono e sciupano tre occasioni colossal. Al 51', con Bacca che non riesce a calciare il pallone dopo una mischia; al 53' con un cross di Calabria su cui non interviene nessuno, e al 63' con il tiro di Suso che viene respinto sulla riga da Badelj. Intanto Sousa aveva tolto Gonzalo per Vecino, spostando Sanchez come centrale. E questa mossa non si rivela efficace perché appena il mediano perde palla il Milan va in contropiede. 
All'83' un errore "viola" a centrocampo innesca il contropiede rossonero: Calabria va sul fondo, crossa, Sanchez manca la palla, Bacca la stoppa e la gira in rovesciata mandandola di poco a lato. 
Al 95' l'azione clou del match, con Locatelli che lancia Luiz Adriano, entrato al posto di Bacca, in contropiede. Il brasiliano arriva ai 16 metri e viene steso da Tomovic: sarebbe rigore e rosso, ma Orsato fischia la fine. 
E qui incomincia il film, per una parte noioso, per una parte esaltante. Con una piccolissima rossa sull'ultima scena. Che il regista non l'abbia vista?

sabato 24 settembre 2016

LA BACCA ROSSONERA, PRIMA ACERBA E POI DOLCISSIMA





Il 10 agosto, Bacca era pronto a salutare definitivamente San Siro ed il Milan, per trasferirsi al West Ham per 30 milioni. Dopo un anno e 18 gol segnati, i rossoneri perdevano il loro bomber ma erano pronti ad accoglierne un altro, Leonardo Pavoletti.
Due giorni dopo, gli Hammers ufficializzano Calleri e Ayew, facendo capire che spazio per il colombiano non ce ne sarebbe stato. Nove giorni più tardi, Bacca gioca il match d'esordio contro il Torino: tripletta, pallone per sé e tutti in silenzio. Ma ritorniamo indietro nel tempo di due mesi, quando ancora il centravanti sudamericano stava disputando la Copa America: in quei giorni, venne intervistato da Marca, a cui disse che gli erano arrivate delle offerte, dalla Serie A (Napoli), dalla Liga (Atletico) e dalla Premier (West Ham) e che doveva però valutarle prima di decidere. Poi dopo la vacanza, la mancata inclusione nel gruppo partito per la tournée americana, e le voci di addio che continuavano a farsi sempre più insistenti. 
Ad agosto, finalmente, la situazione si sblocca, poiché l'Atletico ufficializza Gameiro dal Siviglia, e il Napoli acquista Milik. L'unica opzione rimasta é quella inglese: Bacca sa che si si trasferirà, giocherà in un campionato appassionate ed equilibrato, che non avrà di certo problemi economici, ma che allo stesso tempo non giocherà la Champions, perché il West Ham doveva a quel tempo disputare i playoff di Europa League. E tra questo fattore ed il fattore famiglia, Carlos decide di rimanere a Milano, deciso a riportare i rossoneri in Champions. 
Al primo match non tradisce le attese, segnando una tripletta e balzando subito in testa alla classifica cannonieri. Porta a casa il pallone a suo figlio, riempiendo di gioia non solo lui, bensì tutta la tifoseria rossonera, contenta di aver visto la squadra giocare (finalmente) bene. 
Dopo due partite giocate male e senza segnare, contro Napoli e Udinese, Bacca segna due gol in due partite, permettendo al Milan di fare bottino pieno a Marassi contro la Sampdoria ed in casa contro la Lazio. 
Spesso i gol del colombiano sono quelli che sbloccano il match: considerando le ultime sei partite, compresa l'ultima contro la Roma lo scorso anno, l'attaccante rossonero ha siglato il primo gol del match in tre occasioni. Bacca é da record anche per quanto riguarda il rapporto tiri nello specchio-reti: il nº70 rossonero segna un gol ogni 1.9 tiri, e attualmente ha calciato 45 volte nello specchio della porta, andando a rete 23 volte, con una media di un gol ogni 74 minuti. 
Insomma, dopo un'estate passata a cercare di buttar via l'unica bacca che continuava ad essere acerba nonostante tutti gli sforzi possibili, la dirigenza e i tifosi hanno deciso di riprovarci. 
La bacca é man mano cresciuta, é maturata, ed é diventata, in poco tempo più che dolce, dolcissima, piena di zuccheri. Per rendere la stagione del Milan un caffé un po' meno amaro rispetto al solito. Magari versandoci dello zucchero, possibilmente proveniente dalla Colombia, con un nome, Carlos, ed un cognome, Bacca. 

giovedì 22 settembre 2016

LA CARICA DEI BOMBER: (FINALMENTE) IL RITORNO DEL 9





Il toro è tornato alla carica, e quando incorna non ha pietà. I bomber sono finalmente ritornati, dopo che Guardiola li aveva oscurati con il suo tiki-taka per sette-otto anni. Alla quinta giornata del 2016-17, i cosiddetti "9" hanno realizzato ben 31 gol: Icardi sei gol, Bacca cinque, Dzeko, Belotti, Borriello, Milik e Higuain quattro.
Tolti loro, gli altri pochi marcatori sono stati centrocampisti, offensivi e non, ma da questo dato si comprende come i centravanti siano realmente tornati al centro dell'attacco, che per troppo tempo si era fossilizzato sull'idea guardioliana di nueve, che da buon filosofo qual é diceva che non utilizzava il centravanti, perché il centravanti stesso era lo spazio. Visto che ora  la boa calcistica è tornata, accingiamoci a parlarne, perché si sa, ogni bomber é diverso.
Icardi ad esempio é un "9" che sa segnare sia di testa che di piede, che predilige il gol da palla inattiva, o comunque con palla all'interno dell'area. 
Bacca é uno di quei centravanti, che segna il più delle volte al primo pallone toccato, magari grazie ad un contropiede. É uno che si muove molto senza palla, non rientra tanto, ma compensa ciò con il suo destro implacabile. 
Higuain tra tutti é sicuramente il più completo. É tanto bravo sia di testa che di piede, é fenomenale negli inserimenti e nei tagli senza palla, ed è anche molto capace nelle acrobazie. Pecca ogni tanto nel non fraseggiare coi compagni, ma questo aspetto può migliorare.
Milik e Dzeko sono molto simili tra loro, tanto in campo quanto in altezza, visto che li separano solo sette centimetri (1.93 m Dzeko, 1.86 m Milik). La loro prestanza fisica li aiuta in area, ma non dire che anche con i piedi non ci sappiano fare é un'offesa nei loro confronti.
Infine c'é il "gallo" Belotti, uno tanto veloce quanto bravo sotto porta. I suoi movimenti sono un'unione tra un centravanti puro ed una seconda punta: lo dimostra il gol al Milan e il palo a Pescara. Per  chiunque se li sia persi li vada a vedere e mi dica se non ho ragione.
Prima di chiudere però, é interessante ricordare che dei gol segnati dai centravanti fino ad ora, l'83% di essi sono stati realizzati da dentro l'area, e solo il 5% su calcio di rigore: tutto questo per dimostrare a chi dice che i bomber stanno sparendo, che non racconta la verità.
Insomma, oggi che Ronaldo "O Fenomeno" compie 40 anni, non si poteva che parlare di numeri 9, quando anche lui nel corso della sua lunga e vincente carriera lo é stato, sperando che anche i "nove" della Serie A possano seguire le sue orme. Intanto godiamoceli per come sono, che credo che per ora basti e avanzi.


mercoledì 21 settembre 2016

BACCA E NIANG TOP, PAROLO E RADU FLOP: LE PAGELLE DI MILAN-LAZIO




É il Milan a trionfare nell'anticipo della 5ª di Serie A. 2-0 alla Lazio, firmato Bacca e Niang, e secondo posto assicurato almeno fino a stasera. Vediamo le pagelle della sfida: risaltano i due goleador, mentre deludono Parolo e Radu.

PAGELLE MILAN

Donnarumma 6.5 - L'intervento a inizio partita su Milinkovic-Savic fa capire quanto Gigio non dimostri calcisticamente 17 anni.

Calabria 7 - Un secondo tempo magistrale, a discapito di un primo tempo più che sufficiente. Nessun errore, neanche minimo. Partecipa sempre all'azione offensiva, tentando di mandare a rete Niang, che però spreca malamente. Se continua così dovrebbe essere lui il terzino titolare.

Romagnoli 6.5 - Lotta contro due come Immobile e Djordjevic, mica pizza e fichi. Se la cava più o meno bene. Con accanto un top player può ancora migliorare.

Paletta 7 - Grazie ad un suo salvataggio in scivolata in area, fa sì che il Milan tenga la porta inviolata per questo turno di campionato. Quelli che pensavano fosse una cosa negativa schierarlo titolare ora devono ricredersi.

De Sciglio 6.5 - Ieri sembrava che De Sciglio fosse quello in maglia azzurra visto all'Europeo. Bilancia bene fase difensiva e offensiva, concedendosi anche delle cavalcate sulla fascia. Non fa errori, non viene quindi fischiato. Questo gli farà sicuramente bene per il morale

Montolivo 6 - L'anno scorso era l'uomo che in Europa aveva recuperato più palloni alla fine della stagione, e anche quest'anno punta a confermarsi. Da migliorare la velocità nel far circolare la palla, ma per questo ci sono ancora otto mesi di tempo.

Kucka 7 - Sembra tornato il guerriero che era sotto Mihajlovic. Lotta, sempre con grinta, recupera palloni, spingendosi anche in avanti per tentare il tiro. Merita 7 anche per l'assist che dà il via al contropiede del vantaggio rossonero.

Bonaventura 6.5 - Sosa l'aveva oscurato per due partite, ora Jack si é ripresentato al meglio, correndo tanto al 1' quanto al 90'. Sfiora di poco il gol, sia su punizione che su azione. 

Honda (sostituisce Bonaventura) s.v. - Entra a pochi minuti dalla fine, ma si impegna tatntissimo. Si vede che non vuole fare il comprimario.

Suso 6 - Esalta San Siro con una veronica e conseguente tunnel ai danni di Bastos. Per il resto poco o niente.

Locatelli (sostituisce Suso) 6 - Conferma la buona prestazione di Genova. Se continua così sarà il vice-Montolivo.

Niang 7 - Diciamo che sotto porta non é tra i migliori. Escludendo l'incredibile occasione sciupata a porta sguarnita, corre molto, si sacrifica e soprattutto realizza il suo terzo rigore su tre.

Bacca 7.5 - 8 palloni toccati, 5 gol, 62% delle volte segna al primo pallone toccato. E pensare che la società voleva cederlo in estate. Ora come ora staranno venerando gli dei del calcio, ringraziandoli che Carlos sia rimasto.

Gomez (sostituisce Bacca) s.v. - Entra ma ormai la partita é terminata.

All. Montella 6.5 - Il suo Milan, prima di iniziare a giocare, passa sempre un periodo di appannamento, che dura 15-20 minuti. Superato ciò le idee di Montella sbocciano, e i tifosi del Milan non aspettano che questo.


PAGELLE LAZIO

Strakosha 6 - Buono l'esordio, anche se rischia più volte la papera. 

Basta 5 - Non sembra più quello di una volta.

De Vrij 6 - L'unica nota positiva della retroguardia laziale.

Bastos 5 - Si fa saltare sia da Niang sia da Suso, rischiando pure l'autogol.

Radu 5 - Il rigore é colpa sua. Per il resto fa poco o niente.

Parolo 4.5 - Per colpa sua il Milan va in vantaggio. Serataccia per il centrocampista azzurro.

Cataldi 5 - Non in serata, come tutta la squadra

Lulic 5 - Tenta di risolverla dalla distanza, ma ogni suo tentativo é vano.

Milinkovic-Savic 6 - Impegna Donnarumma nei primi minuti poi si spegne.

F.Anderson (sostituisce Bastos) 5.5 - Cerca di dare una scossa, ma neanche la medaglia olimpica gli permette di raddrizzare il match.

Luis Alberto (sostituisce Cataldi) s.v. - Un fantasma.

Djordjevic 5 - Cerca di fare qualcosa ma fa più danni che cose giuste.

Immobile 6 - L'unico assieme a Keita e Felipe Anderson ha cercare di dare un senso alla partita biancoceleste.

Keita (sostituisce Djordjevic) 6.5 - Il primo e unico a seminare panico tra i difensori rossoneri

All. Inzaghi 5.5 - La squadra gioca bene i primi minuti, poi subisce il gol e la concentrazione dice arrivederci.

martedì 20 settembre 2016

CERTEZZE, DUBBI E CALENDARIO: FOCUS SU MILAN E INTER


L'entusiasmo in questi giorni é di casa a Milano. E tra il concerto degli Who, in occasione dei 50 anni della band, e l'inizio della regular season di basket, sono Milan e Inter ad essersi prese la scena.Sicuramente dopo due vittorie importanti, contro Sampdoria e Juventus, la felicità delle due tifoserie non può che essere tanta. Con Bacca e Icardi nel ruolo di leader, le milanesi sono pronte a viaggiare a vele spiegate. Ma oltre a queste certezze c'é il calendario da analizzare e soprattutto i dubbi da risolvere. Vediamo tutto nel dettaglio.



QUI MILAN



 CERTEZZE - Bacca ed il gol sono due amici inseparabili: anche se li dividi, loro in qualche modo si ritrovano, come dimostra la rete segnata alla Sampdoria, in un match in cui il nº70 rossonero era entrato dalla panchina. Ed ora il Milan può essere ancora più felice perché se Bacca non incide, c'è sempre Suso che può spaccare la partita. Lo spagnolo, tornato dal prestito al Genoa, ha subito mostrato le sue qualità alla prima, per poi trovare l'eurogol la giornata successiva al San Paolo. Ma per ora non solo l'attacco convince, bensì anche il reparto difensivo, dove la coppia Paletta-Romagnoli acquisisce sicurezza partita dopo partita. Calabria sta ingranando, così come Antonelli, ora infortunato, e De Sciglio. Su Donnarumma non si discute.

DUBBI - Il centrocampo é il reparto che più fa riflettere. Montolivo più volte fischiato dai tifosi, Pasalic ancora ai box, Sosa che non incide del tutto, Kucka che rimedia espulsioni ingenue, così come Niang che vive la stagione a fasi alterne: a volte brilla, a volte delude, a causa anche del suo carattere non proprio pacato. Per finire il discorso sull'attacco, c'é un punto interrogativo su Lapadula, che a Genova, dove partiva titolare, si é divorato un gol. Ma il tempo di giudicare il ragazzo non é ancora arrivato, e allora non ci resta che aspettare. 
Un altro che ha spesso, e anche per ora, un campionato altalenante é Abate, convincente contro il Torino, ma ampiamente deludente nelle sconfitte contro Napoli e soprattutto Udinese. 

CALENDARIO - Stasera la Lazio, il 25 la Fiorentina al Franchi e per chiudere il 2 in casa contro l'ormai non più sorprendente Sassuolo. Questo il calendario per vedere se il Milan riuscirà a dare continuità al risultato di Marassi, oppure se la vittoria contro la Samp é stata solo un caso.

QUI INTER


CERTEZZE - Le due principali certezze dell'Inter odierna, ieri sera hanno mangiato al ristorante cinese. Mauro Icardi e Ever Banega, assieme ai compagni, erano stati infatti invitati dal proprietario Zhang a mangiare cinese, dopo la vittoria con la Juventus. Icardi si conferma il goleador che é sempre stato, Banega diventa il regista a lungo sognato ed ora finalmente ottenuto. A questi due, si aggiungono i due nuovi arrivati João Mario e Candreva che contro i bianconeri hanno disputato una grande partita. Ritorna su grandi livelli Miranda, mentre si confermano sia Perisic sia Handanovic.

DUBBI - D'Ambrosio, Kondogbia e Ranocchia, hanno avuto un inizio di stagione non proprio dei migliori. Tutti e tre hanno deluso le attese, soprattutto Kondogbia da cui ci si aspettava qualcosa di più. Di più difficile chiederlo a Ranocchia, che giocando poco e non essendo un fenomeno, non ha feeling con il resto del reparto difensivo ed é piuttosto insicuro. La situazione di D'Ambrosio é paradossale: peggiore in campo fino ad ora, ma allo stesso tempo calciatore con più minuti giocati, 450, assieme ad Handanovic. Se continua così, Ansaldi farà di tutto per recuperare il più presto possibile dall'infortunio.

CALENDARIO - Domani l'Empoli al Castellani, il 25 il Bologna a San Siro, poi a Roma il 2 ottobre contro i giallorossi, per capire se la vittoria contro la Juve era solamente figlia di una reazione rabbiosa dopo le critiche di giovedì, o se veramente le idee di De Boer stanno iniziando a far breccia nei tifosi e nei giocatori

lunedì 19 settembre 2016

MANCHESTER, CITTÁ DIVISA: UNITED ALL'INFERNO, CITY IN PARADISO


A Manchester il calcio é (praticamente) l'unico sport praticato. E chiunque segua il football, quest'anno ha dovuto sposare una e una sola filosofia: o sostieni il calcio di Mourinho, fatto di molte individualità da cui ci si aspetta la giocata, o abbracci l'idea di gioco di Guardiola, costituita da calcio champagne sotto forma di tiki-taka. 
Dopo una campagna estiva per entrambi roboante, fatta di grandi arrivi, le squadre sono scese in campo: due vittorie di fila, poi la vittoria Citizen nel derby ha ribaltato tutto. Il Man City ha continuato la sua marcia, con otto vittorie in altrettante partite, mentre lo United ha perso le due partite post-derby, contro Feyenoord e Watford. Analizziamo quindi a raggi X i due team.

QUI CITY



Una macchina da gol, una squadra che gioca (probabilmente) il miglior calcio del mondo, una squadra che fino ad ora sa solo vincere. Questo é il riassunto del club che ad ora guida la Premier. Lo avevano avvisato, Pep, che l'Inghilterra sarebbe stata la sfida più difficile della sua carriera. A vedere le performance dei suoi, il catalano sembra essersi adattato subito, e considerando che l'ultima partita l'ha giocata senza Agüero, Kompany e altri, se l'inizio é questo il futuro non può che essere migliore.
A proposito di squadra: tutti gli uomini impiegati sembrano aver capito subito gli schemi di Guardiola in un battibaleno. Il possesso palla é diminuito (60% nell'ultimo match), le verticalizzazioni e i triangoli sono aumentati in modo sproporzionato, così come le accelerazioni improvvise, punto chiave della vittoria nel derby con lo United. 
Alcuni giocatori sono stati revitalizzati tra cui Sterling e Fernandinho, che con Pellegrini non avevano mai mostrato tutto il loro potenziale, ma soprattutto Kolarov che domenica scorsa ha toccato 104 palloni, trovando anche il gol. Uno dei due calciatori chiave é invece De Bruyne che per Guardiola é il "secondo al mondo solo dietro Messi", uno che si trova sempre nel posto giusto al momento giusto. 
L'altro é il Kun Agüero, l'uomo che dovrebbe essere la star di questo City e che, sentendo le sue parole é migliorato molto sotto porta grazie all'arrivo del catalano.
Insomma, Guardiola é passato dal rischio flop (per l'allontanamento di Yaya Touré e Hart), alla standing ovation contro il Bournemouth. E pensando che in Champions ha dato un 4-0 al Mönchengladbach, non certo la cenerentola del girone, e in campionato guida a punteggio pieno, chissà che a Cardiff, distante quattro ore dalla sua nuova città, non troveremo proprio lui, il Da Vinci catalano.

QUI UNITED



Eccolo lì Ibra, deluso, che si interroga sul avvenire del suo Manchester. Il nuovo fenomeno affianco alla bandiera del club, affianco a Wayne Rooney che guarda da qualche parte sperduto. Questi sono i due simboli di una squadra che, camminava felice fino alla sosta per le nazionali, e che ora scende con l'ascensore verso l'inferno. Un ascensore che qualcuno prima o poi deve mettere a posto, prima che arrivi all'ultimo piano verso il basso, che nel calcio si chiama fallimento. 
Dei 186 milioni spesi quest'anno, paradossalmente l'unico che ha ripagato le aspettative é stato Ibrahimovic, l'unico dei nuovi pagato zero. Ibra ha segnato all'esordio in Community Shield, si è ripetuto con una doppietta alla prima di Premier, e ha poi raggiunto quota tre gol in campionato nel derby contro il City. 
L'altro a fare bene é stato Bailly, che per ora in fase difensiva non ha mostrato alcuna lacuna, mentre Mkhitaryan, pagato ben 42 milioni ha giocato poco e non ha colpe.
Ma l'uomo più atteso era sicuramente Pogba, diventato con i suoi 105 milioni quest'estate il calciatore più pagato della storia. Sembrava il ritorno del figliol prodigo, del ragazzo che se n'era andato per crescere e ritornare da uomo, invece per ora é stato tutto fumo e niente arrosto.
All'esordio ha fatto vedere qualcosina, ha continuato il trend contro l'Hull City, per poi toccare il fondo contro City e Feyenoord, dove non é mai stato pericoloso. E mentre Mourinho gli dice di non pensare a quanto é stato pagato, Carragher consiglia a Mourinho di affiancargli Carrick, e Scholes gli dice di tornare quello della Juve, il "polpo" Paul gioca male e litiga con i compagni in spogliatoio.
Mourinho o non Mourinho, arbitri o non arbitri, lo United, malgrado gli acquisti, non ha ancora trovato la sua identità. Un po' come un puzzle a cui manca il pezzo finale per completarlo. 
Attenti però che se ci si impiega troppo tempo a trovarlo, giocarci diventa stancante, e la voglia diminuisce di volta in volta.

venerdì 2 settembre 2016

MESSI, RITORNO CON VITTORIA, GABRIEL JESUS SHOW IN ECUADOR: IL MEGLIO DELLE QUALIFICAZIONI MONDIALI




Argentina-Uruguay 1-0 [Messi]

Le lacrime amare dei tifosi si sono trasformate in un urlo liberatorio. Tre mesi e cinque giorni dopo, Leo Messi é tornato a vestire la maglia dell'Argentina e l'ha fatto nel miglior modo, segnando e facendo vincere la sua nazionale. La partita non é stata delle miglior sul piano della spettacolarità, anche a causa di una prestazione praticamente nulla da parte del duo Suarez-Cavani.
Davanti come centravanti, niente Agüero o Higuain, bensì Pratto ex Genoa, supportato da Dybala, Di Maria e Messi. Proprio la Joya, all'esordio in nazionale, si mostra subito davanti ai suoi connazionali con un gran tiro da fuori area che sbatte contro la traversa. Ma dopo il gol sfiorato al 32', la partita dell'argentino della Juve é durata ben poco visto che nel recupero del primo tempo é stato espulso per doppio giallo. Intanto l'Argentina era passata in vantaggio, con un tiro della Pulce deviato da Gimenez e finito in porta. Nel secondo tempo, la musica non cambia: l'Albiceleste spinge a mille, sfiorando il raddoppio ancora con Messi al 52' su punizione, mentre l'Uruguay si difende fino alla fine. Non può che finire in questo modo. Messi ritorna, segna e fa felici i suoi tifosi. Come in una favola a lieto fine. 



Ecuador-Brasile 0-3 [Neymar, Gabriel Jesus (2)]

Il nuovo Brasile di Tite ci ha messo ben 72 minuti per sbloccare il match contro l'Ecuador. Era dal 1983 che i verdeoro non vincevano a Quito, e ieri notte ce l'hanno fatta. Esordisce nel modo giusto Tite, l'uomo più vincente della nazione con i club, vince il suo gioco fatto di passaggi e triangolazioni. 
Il nuovo CT brasiliano preferisce Gabriel Jesus a Gabigol, riconfermando la squadra scesa in campo nella centesima Copa America, e così fa anche l'allenatore della selezione ecuadoreña. La Seleçao é più sciolta rispetto all'era Dunga e si vede dalla mole delle azioni costruite: al 14' ci prova Gabriel Jesus da fuori, mentre quindici minuti dopo Renato Augusto, preferito a Luiz Gustavo, sfiora la traversa. 
Al 59' la partita cambia con l'entrata in campo di Coutinho, visto che il Brasile inizia a spingere sull'acceleratore,  e il pubblico di casa inizia a preoccuparsi. In cinque minuti due occasioni: prima con il nuovo entrato che da pochi passi sfiora il vantaggio dopo l'assist di Augusto, poi con Gabriel Jesus che salta il portiere ma viene atterrato dal portiere stesso. Neymar, che "presenta" il suo nuovo colore di capelli, trasforma e da lì al raddoppio non passa molto tempo, visto che all'86' segna Gabriel Jesus, che fa doppietta personale cinque minuti più tardi. L'arbitro fischia, il Brasile va negli spogliatoi felice. Ancora più contento é Tite, che per prima cosa chiama, in lacrime, la moglie. Emozioni che solo il calcio può trasmettere.

Le altre partite:
Paraguay-Chile 2-1 [Romero (P), Da Silva (P), Vidal (C)] 
Colombia-Venezuela 2-0 [James e Torres (C)]
Bolivia Perú 2-0 [Escobar e Raldes (B)]

CLASSIFICA
Argentina 14 pt; Uruguay, Colombia, Ecuador 13 pt; Brasile, Paraguay 12 pt; Cile 10 pt; 
Bolivia 6 pt; Perú 4 pt; Venezuela 1 pt

* Le squadre in blu sarebbero attualmente qualificate alla fase finale dei Mondiali
* La squadra in corsivo andrebbe agli spareggi