sabato 3 dicembre 2016

OTTOVOLANTE BLUES




Dire che questa vittoria all'Etihad non sorprenda é dire il falso. Perché vincere 3-1 in casa del City di Guardiola, ribaltare un match che sembrava avere come risultato una sconfitta, non era da tutti, ma il Chelsea di Conte con grande carattere alla fine il big match l'ha vinto. Per i Blues ottava vittoria consecutiva e +4 sul Liverpool che però deve ancora disputare la 14ª giornata.
I padroni di casa scendono in campo con un insolito 3-4-3 andando ad affrontare gli avversari con lo schema che meglio conoscono. E ad inizio match questo cambio di modulo sembra portare beneficio agli uomini di Pep, visto che prima del gol del vantaggio, arrivato al 45' su cross di Navas deviato in porta da Cahill, Agüero aveva almeno avuto due o tre occasioni per portare in vantaggio i suoi. 
Anche l'inizio di secondo tempo é dominato dal City con De Bruyne che fallisce due occasioni colossali tra cui soprattutto la seconda, dove da due passi colpisce la traversa a porta sguarnita.
E come suggerisce l'antica legge del calcio, "gol sbagliato, gol subito", sbagliare porta al pareggio avversario. In questo caso é Diego Costa, che lanciato perfettamente da Fabregas, stoppa la palla all'interno dell'area e scarica una botta in porta su cui Bravo non può niente.
Cerca subito di reagire il City con il suo nº10 che non riesce a battere Courtois. Ed é a questo punto che, a parer mio, il Chelsea vince il match. Al 69' infatti, Hazard recupera palla a metà campo, la passa a Costa, che a sua volta imbecca Willian in contropiede: il brasiliano entra in aerea e fulmina il portiere Citizen, non proprio incolpevole.
La ciliegina sulla torta arriva al 95' quando ancora una volta da un lancio partito dalla difesa, Hazard brucia Otamendi sullo scatto e sigla il definitivo 3-1. 
Il match, nonostante sia matematicamente concluso, finisce con una rissa molto all'inglese, originata da un "fallaccio" di Agüero su David Luiz: espulso l'attaccante, espulso anche Fernandinho per eccessive e violente proteste.
Anche questo fa parte dello spettacolo, della visione che tutti noi abbiamo del calcio britannico. 
Che per oggi solo Conte ha apprezzato.

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