7 maggio, Leicester City, Midlands, Inghilterra. Claudio Ranieri sta rispondendo alle domande durante il post-partita del match contro l'Everton, nel quale lui e i suoi giocatori avevano festeggiato un'incredibile, inaspettata e sbalorditiva vittoria della Premier. Un'impresa mai riuscita a nessuno, quella di portare una squadra, il cui trionfo in campionato era quotato 5000/1, a sollevare il trofeo più ambito. Mentre sta rispondendo, entrano dalla porta Fuchs e Schmeichel che lo riempiono di champagne fino a finire la bottiglia. L'atmosfera è delle migliori, perché tutti sono felici, tutti festeggiano l'epica vittoria appena ottenuta, tutti sono pronti a far festa fino al giorno dopo.
Ad agosto, dopo aver ricevuto il premio dal presidente, ovvero una BMW i8 da 130.000 euro, la stagione riparte con la sconfitta in Community Shield, che però pare non destabilizzare l'ambiente.
A sette mesi da quel match, tutto é cambiato: Ranieri é stato esonerato e i suoi ormai ex ragazzi sono ad un punto dalla zona retrocessione. Vediamo come sono coinvolti in tutto ciò i giocatori, Claudio e la dirigenza.
- I GIOCATORI
Diciamo la verità: quando abbiamo saputo dell'esonero, in molti abbiamo pensato che fosse proprio colpa dei calciatori, che da qualche tempo sembravano non andare più totalmente d'accordo con l'allenatore romano. In particolare Vardy e Mahrez, i simboli dell'impresa, che durante questo primo eptamestre di stagione non avevano assomigliato nemmeno un minuto a quei giocatori straripanti che erano stati la stagione passata. Probabilmente é stata proprio la vittoria a renderli così appagati, a far sì che il loro impegno venisse meno. Hanno però soprattutto sbagliato a non ripagare la fiducia del loro coach che, oltre ad averli portati al trionfo, ha fatto di tutto per trattenerli quest'estate, quando le big si erano fatte avanti. É emersa tutta la loro mediocrità, ma d'altronde ce lo si poteva aspettare da due che fino a qualche anno fa erano più che sconosciuti. I soldi hanno anche questo effetto.
- L'ALLENATORE
L'eccessiva gratitudine é stato il vero sbaglio di Ranieri. Avere troppo a cuore coloro che l'hanno fatto vincere, e quindi non modificare e migliorare la squadra, é stato un gran errore, che probabilmente Claudio ha capito troppo tardi. Da sottolineare che la dirigenza non l'ha aiutato, ma questa non può e non deve essere una scusa per i risultati ottenuti.
- LA DIRIGENZA
I dirigenti hanno fatti due soli, ma macroscopici, errori. Il primo é stato vendere Kanté, mentre il secondo, che é una conseguenza del primo, é stato quello di non prendere sostituti all'altezza e altri giocatori di qualità. Vendere il francese al miglior offerente é stato sbagliatissimo in quanto il centrocampista, ora al Chelsea, dava quella quantità e qualità che serviva alla squadra sia in fase offensiva che difensiva, che aveva portato molti punti al Leicester e che ora li sta portando a Conte.
L'altro sbaglio é stato non reinvestire i 180 milioni, provenienti dal premio per il campionato e dall'unica cessioni, in calciatori che potessero far fare il salto di qualità a questa squadra. Giocatori che sicuramente Mendy, Musa e Slimani, per quanto buoni possano essere, non riusciranno mai ad incarnare.
Insomma, queste sono le mie considerazione sul caso Ranieri, su una favola che a parer mio, almeno per questa stagione non doveva interrompersi. É stato come se un bambino si arrabbiasse dopo che il padre lo ha reso in teoria felice con un regalo. Un gesto da chi si crede Dio sceso in terra. Un brutto, brutissimo gesto.