03 FEBBRAIO 2016
Ebbene sì tutto questo "cash" è opera sua. Il nuovo capo della Repubblica Popolare cinese è molto appassionato di calcio e sa bene che il calcio professionistico cinese è contraddistinto dalla corruzione. Decide quindi di inserire il calcio nel percorso scolastico, creare libri 3D che lo spiegano, costruire 50mila nuovi campi e abbattere la pressioni fiscale sui club. I risultati si vedono subito visto che gli spettatori sono aumentati del 250% dal 2010. Il presidente consiglia quindi ai colossi nazionali di investire nei club: e così che Jack Ma, boss di Alibaba, compra il 50% del Guangzhou. E quando dai carta bianca ai colossi, questi spendono non poco; ed è così che le squadre nel 2014 spendono 100 milioni, nel 2015, 170, e fino ad oggi 250, ma c'è da considerare che il mercato chiude a marzo. Ma i cinesi non investono pesantemente sui giocatori, ma anche sui club europei. La Rastar Group ha in mano il 45% dell'Espanyol, Wang Jianlin, uomo più ricco di Cina con un patrimonio di 20 miliardi, ha comprato Infront, che gestisce i diritti del calcio italiano, per 1 miliardo e l'anno scorso il 20% dell'Atletico Madrid per 45 milioni. L'ultima notizia in ordine cronologico è l'acquisto del 13% del Manchester City da parte del consorzio cinese CMC per 400 milioni. Il destino del calcio segue inesorabilmente i soldi. Che oggi si trovano ad Oriente, dove nuove forme di statalismo, solo calcistico, crescono.
Marco Ghilotti

Nessun commento:
Posta un commento