It's always Ibra-time, recitava un vecchio saggio. Ed in effetti, lo svedese non delude mai dovunque vada. Prima nell'Ajax, diventandone la sua nuova stella, poi nella Juve, vincendo due Scudetti, in seguito nell'Inter diventando l'uomo simbolo della prima era Mancini. E ancora al Barça, decidendo il Clasico, successivamente al Milan dando a Berlusconi il 18º scudetto. Poi a Parigi vincendo Ligue 1 in quantità. Bé ora, a Manchester, Ibra ha deciso ancora una volta di fare the puller, il trascinatore. E un trofeo, il primo da Red Devil di Mourinho, è stato aggiunto in bacheca.
Le due squadre si presentano con schemi praticamente banali: Ranieri schiera il Leicester campione con King al posto dell'ex Kanté. Mourinho schiera Ibra dal primo minuto, supportato dal trio Martial-Rooney-Lingard.
Niente emozioni fino al 10', quando Martial sfiora il gol mandando la palla sull'esterno della rete. Lo United continua a pressare ma le conclusioni di Rooney e Fellaini non spaventano Schmeichel.
Al 20', il primo squillo delle "Foxes", con Okazaki, che prima sfiora il vantaggio scheggiando il palo, e poi su calcio d'angolo, sbatte sulla traversa.
Dodici minuti più tardi, i Red Devils vanno avanti con Jesse Lingard, che salta abilmente i difensori del Leicester e poi buca il portiere danese. Per lui secondo gol in una finale, dopo quello nella scorsa Fa Cup contro il Crystal Palace.
La ripresa inizia subito con un gol, quello dell'1-1 firmato Vardy al 52'. L'attaccante inglese sfrutta uno sciagurato retro passaggio sbagliato di Fellaini, scarta De Gea e appoggia in porta.
Per la successiva mezz'ora non accade niente, poi ci pensa Ibra ad animare il match: al minuto 78 lo svedese sfiora la rete, con il suo tiro che viene respinto sulla riga da Drinkwater. Musa, entrato al posto di Okazaki, aspetta quattro minuti e il suo colpo di testa, di poco sopra la traversa, fa tirare un sospiro di sollievo a Mourinho, che però cambia umore sessanta secondi dopo. Sul cross di Valencia "mister 69 milioni", partito in leggero fuorigioco, fa valere la sua prestanza fisica siglando di testa il suo primo gol Red Devil. Poco impegno, tanta resa. Anche questo rende Ibra un campione. Intanto Mou aspetta Pogba, in arrivo lunedì, e guarda avanti al prossimo obiettivo, che fa di nome Premier e di cognome League.

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