lunedì 1 agosto 2016

BOLT, THE HUMAN FLASH





"I'm Barry Allen and I'm the fastest man alive." Così iniziano tutte le puntate della nuova grande serie firmata The CW, e credo che anche Bolt possa dire ciò prima di ogni gara.
A quattro giorni da Rio è pronto ad atterrare in Brasile, circondato da giornalisti e fan, pronto a fare ancora triplete, pronto a diventare di nuovo tricampeão. Mentre siamo in attesa, mentre siamo pronti a farci illuminare dalla sua falcata, ripercorriamo la carriera di Bolt, o meglio di "Lightning" Bolt.
Usain St. Leo Bolt nasce a Trelawny il 21 agosto 1986. La sua spiccata dote atletica viene dotata fin da subito, e dopo una parentesi in cui il ragazzo pratica cricket, i genitori lo spingono a diventare un "velocista". Nel 2001 giunge secondo nella finale dei 200 metri del campionato scolastico, mentre lo stesso anno fa il suo esordio internazionale ai Mondiali di Debrecen, nella categoria Allievi, dove però non si qualifica per la finale: migliora comunque il suo record personale scendendo sotto i 22". Tra il 2002 ed il 2003 batte numerosi record, tra cui il primato mondiale juniores, realizzando il tempo di 20"13, in assenza di vento.
Nel triennio 2004-2007 Bolt scende sotto i 20", prima nel meeting di Londra nel 2004 segnando il tempo di 19"99, e successivamente all'Athletissima di Losanna nel 2005 con il tempo di 19"88.
Prima delle Olimpiadi 2008 di Pechino ristabilisce il record sia nei 100 che nei 200 metri rispettivamente con i tempi di 9"72 e 19"67. 
Bolt parte da favorito, anche se molti indicano come probabili vincitori o Asafa Powell oppure l'americano Justin Gatlin. Invece Bolt non solo vince, anzi stravince, stabilendo nuovi primati: nei 100 vince in 9"69 e nei 200 in 19"30, battendo di due secondi il record di Michael Johnson. L'allenatore del giamaicano disse che "se Bolt non si fosse praticamente fermato, e se non avesse avuto la scarpa slacciata avrebbe potuto fermare il cronometro su 9"52. Dopo aver vinto il terzo oro nella 4X100, stabilendo anche qui il record del mondo, Bolt diventa la nuova icona dell'atletica leggera. L'anno dopo, ai Mondiali di Berlino, si ripete migliorando le sue prestazione in entrambe le gare: 9"58 nei 100 e 19"19 nei 200. Dopo queste due vittorie, Usain si ripromette di allenarsi per correre i 400 metri e per il salto in alto.
Dopo un anno passato ai box per i molti infortuni, Bolt torna più carico che mai ai Mondiali di Daegu in Corea del Sud. I 100 metri però non sembrano che quell'anno siano a lui adatti. Alla partenza della finale, infatti Bolt parte prima dello "sparo", venendo quindi squalificato. Con un getto di stizza si toglie la maglia e lascia lo stadio, evitando di assistere alla vittoria del connazionale Yohann Blake. Si riconferma comunque sui 200 e nella 4X100, ovviamente vincendo.
A Londra dice di voler diventare il più grande atleta di tutti tempi e in effetti non mente. 19"63 nei 100, nuovo record mondiale; 19"32 nei 200; 36"84 nella 4X100 stabilendo un nuovo record mondiale. Sei ori nei due mondiali successivi dimostra ancora una volta che Bolt a 30 anni sia capace di dominare tutte le gare. Ora a 30 anni e 345 giorni, si sta preparando per la solita "banale" routine. Pronto ad essere seguito da tutto, alle 3.25 del 15 agosto. 
Lo stesso Bolt afferma:"A lot of legends came before me, but this is my time" (Ci sono state molte leggende prima di me, ma questo è il mio momento). Che sia il suo momento è sicuro, che diventi una leggenda anche. 


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