Nel 2014 prima dei Mondiali di casa, dipingeva le strade, mentre ora gioca e segna nel Manchester City di Pep Guardiola. La storia di Gabriel Jesus, dalle favelas alla Premier.

Il termine favela, al contrario di quanto molti pensano, ha radici storiche. Infatti, dopo la guerra di Canudos (1895-96), molti rifugiati ed ex soldati si rifugiarono sulle colline di Rio de Janeiro, poiché lo Stato non aveva garantito loro della abitazioni. Il luogo, chiamato in precedenza Morro da Providencia, verrà ribattezzato Morro da Favela, dal nome della pianta (faveleira) che cresceva nei pressi dei campi di battaglia della guerra sopra citata.
Le storie sulle favelas, sui loro abitanti, e sulle loro attività (spaccio e guerre tra gang) sono note ormai da tempo, ma ciò che probabilmente pochi sanno sono i numeri legati a queste zone presenti nella nazione: circa il 6% della popolazione, ovvero 11 milioni di persone, vivono in condizione precarie nelle bidonville brasiliane secondo i dati del IBGE, l'Istat verdeoro.
Le favelas, ormai lo sappiamo da anni, sono legate ai calciatori carioca, perché molti di loro lì ci sono nati e lì hanno iniziato a dare i primi calci e a mostrare le prime qualità, prima che i club amatoriali li prendessero sotto la loro ala.
L'attuale attaccante del City cresce in una situazione complicata. Nasce da Vera Lucia e suo padre Gabriel, ed è il più giovane di quattro figli, ma nonostante ciò, la figura paterna sarà rappresentata da sua madre: Vera infatti verrà lasciata poco tempo prima della nascita del primogenito, e dovrà crescere da sola i figli, come una sorta di reale eroina. La donna è talmente legata ai figli da seguirli dappertutto e da "ispezionarli" ogni volta che tornano a casa, per capire se hanno fumato o assunto droghe. Lo fa perché sa che la vita nelle favelas è durissima e sa che se non ti comporti bene e fai il bravo ragazzo, alla fine le persone che frequenterai non saranno che spacciatori o boss del narcotraffico. Gabriel però è un ragazzo onesto e perbene che, eccetto qualche finestra rotta ai vicini causa pallonate, non compie azioni che possano renderlo amico di persone poco affidabili.
Uno che divide l'infanzia tra le partite del Corinthians viste al "Gi Bar" e le partite a futebol con gli amici fino al 2015, anno in cui viene tesserato dal Palmeiras, dopo aver superato un provino.
In un anno e mezzo grazie anche all'approdo in panchina del tecnico ex Cruzeiro Cuca, l'enfant prodige del calcio carioca inizia a segnare e convincere portando la sua squadra alla vittoria del Brasilerao con 12 reti in 25 partite.
A gennaio di quest'anno, sebbene l'accordo fosse già stato siglato, approda alla corte di Pep Guardiola per 32 milioni di euro. L'impatto è devastante, perché GJ segna 7 gol in 11 partite: reti che sarebbero potute essere anche di più, se il talento brasiliano non si fosse infortunato contro il Bournemouth (quinto metatarso del piede destro, tre mesi di stop).
L'anno prossimo è pronto a "spaccare" tutto in Premier, avendo a disposizione Champions e campionato. Qualcuno pensa che affiancherà Aguero in un attacco a due, altri credono che gli ruberà il posto. Quello che è sicuro è che per Guardiola è imprescindibile.
Perché a nessuno importano le tue origini. Anche se a 14 anni pitturavi le strade in vista del Mondiale casalingo. L'essere un "crack" compensa eccome.
Le favelas, ormai lo sappiamo da anni, sono legate ai calciatori carioca, perché molti di loro lì ci sono nati e lì hanno iniziato a dare i primi calci e a mostrare le prime qualità, prima che i club amatoriali li prendessero sotto la loro ala.
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| favela di Jardim Pera, San Paolo |
E questo è anche il caso del personaggio in questione, ossia Gabriel Fernando de Jesus, conosciuto semplicemente come Gabriel Jesus. Pure il ragazzo classe '97 viene dalle favelas, più precisamente dal quartiere Jardim Peri di San Paolo, uno dei tanti quartieri dalle strade non asfaltate e dai progetti di urbanizzazione non completati. L'attuale attaccante del City cresce in una situazione complicata. Nasce da Vera Lucia e suo padre Gabriel, ed è il più giovane di quattro figli, ma nonostante ciò, la figura paterna sarà rappresentata da sua madre: Vera infatti verrà lasciata poco tempo prima della nascita del primogenito, e dovrà crescere da sola i figli, come una sorta di reale eroina. La donna è talmente legata ai figli da seguirli dappertutto e da "ispezionarli" ogni volta che tornano a casa, per capire se hanno fumato o assunto droghe. Lo fa perché sa che la vita nelle favelas è durissima e sa che se non ti comporti bene e fai il bravo ragazzo, alla fine le persone che frequenterai non saranno che spacciatori o boss del narcotraffico. Gabriel però è un ragazzo onesto e perbene che, eccetto qualche finestra rotta ai vicini causa pallonate, non compie azioni che possano renderlo amico di persone poco affidabili.
Uno che divide l'infanzia tra le partite del Corinthians viste al "Gi Bar" e le partite a futebol con gli amici fino al 2015, anno in cui viene tesserato dal Palmeiras, dopo aver superato un provino.
In un anno e mezzo grazie anche all'approdo in panchina del tecnico ex Cruzeiro Cuca, l'enfant prodige del calcio carioca inizia a segnare e convincere portando la sua squadra alla vittoria del Brasilerao con 12 reti in 25 partite.
A gennaio di quest'anno, sebbene l'accordo fosse già stato siglato, approda alla corte di Pep Guardiola per 32 milioni di euro. L'impatto è devastante, perché GJ segna 7 gol in 11 partite: reti che sarebbero potute essere anche di più, se il talento brasiliano non si fosse infortunato contro il Bournemouth (quinto metatarso del piede destro, tre mesi di stop).
L'anno prossimo è pronto a "spaccare" tutto in Premier, avendo a disposizione Champions e campionato. Qualcuno pensa che affiancherà Aguero in un attacco a due, altri credono che gli ruberà il posto. Quello che è sicuro è che per Guardiola è imprescindibile.
Perché a nessuno importano le tue origini. Anche se a 14 anni pitturavi le strade in vista del Mondiale casalingo. L'essere un "crack" compensa eccome.

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